Vicinissima la discussione nell'Aula di Montecitorio.
Da domani è previsto il primo voto dei deputati della Commissione Giustizia della Camera sulla proposta di legge contro il maltrattamento degli animali.
Il testo che ha resistito all'attacco della Lega di circoscriverlo a cani e gatti contiene aspetti positivi e criticità.
In particolare, riteniamo insufficienti le pene previste per i reati in danno agli animali, contrariamente a quanto chiesto dall'opinione pubblica e dalle associazioni, nonché a quanto promesso dai parlamentari stessi.
Crimini efferati come l'uccisione della capretta ad Anagni o quella del cane Aron bruciato vivo a Palermo saranno ancora reati di serie B.
Le sanzioni, infatti, non sono proporzionate alla gravità dei delitti, e la possibilità di continuare ad applicare misure come la "messa alla prova" o il proscioglimento per "particolare tenuità del fatto" non faranno altro che perpetuare la situazione attuale. Non solo, diversamente dalle attese, non sarà possibile punire nemmeno chi per negligenza e trascuratezza maltratta e uccide gli animali.
Altra critica riguarda l'equiparazione della pena per maltrattamento e uccisione, nonostante il reato di uccisione dovrebbe comportare sanzioni più severe. Inoltre, sottolineiamo l'esclusione di aggravanti fondamentali, come quelle per i reati commessi con armi o contro animali conviventi, e l'assenza di sanzioni per gli spettatori di combattimenti o corse clandestine.
Tra gli aspetti positivi, invece, l'estensione delle pene anche a chi partecipa ai combattimenti, l'introduzione di Centri di accoglienza per animali vittime di reato, innovative disposizioni a tutela degli animali posti sotto sequestro e l'applicabilità delle misure di prevenzione previste dalla normativa antimafia per contrastare le corse clandestine, i combattimenti tra animali e il traffico di cuccioli.
Tuttavia, l'articolo che riguarda l'uso della catena per i cani è particolarmente negativo, poiché prevede che sia sufficiente un minimo movimento per considerare lecita la condotta, quando alcune Leggi regionali - come quelle di Calabria, Campania, Veneto e Umbria - prevedono un divieto totale e senza eccezioni.
Infine, segnaliamo la positiva disposizione che esclude dal pagamento della sanzione i cittadini che spontaneamente facciano identificare il cane o il gatto oltre i tempi stabiliti dalla normativa vigente, ma estenderla ad allevatori e commercianti, così come prevede il testo, compromette la tracciabilità dei cuccioli e favorisce pratiche illecite.
Noi di LAV chiediamo ai deputati di apportare modifiche al testo che sarà successivamente trasmesso al Senato, in modo da rendere la Legge più efficace, con pene più severe e misure più adeguate a contrastare i reati in danno agli animali come, ad esempio, l'estensione dell'attività delle Guardie zoofile - oggi limitata a cani e gatti - a tutte le categorie animali e l'uso di agenti sotto copertura per combattere i traffici illeciti.