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Spinte internazionali verso la transizione alimentare. E l'Italia?

Il mondo va nella direzione della transizione alimentare, l’Italia difende ciecamente gli interessi della lobby della carne.

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mercoledì 22 novembre 2023

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Decisioni lungimiranti per animali e clima, e qui?

A poca distanza dalla pubblicazione del piano alimentare nazionale proposto dalla Danimarca – Stato a forte vocazione zootecnica, la cui decisione si mostra peraltro coraggiosa e lungimirante – volto a incentivare i prodotti vegetali e sostenere la transizione alimentare, anche la Corea del Sud annuncia un piano analogo a favore del plant-based.

Il programma, notificato dal Ministero dell'Agricoltura, dell'Alimentazione e degli Affari Rurali del Governo, pare sarà lanciato a dicembre 2023 e, secondo The Korea Bizwire, prevederà la creazione di un centro di ricerca per le proteine alternative, la promozione delle esportazioni di prodotti a base vegetale e l'espansione dell'uso di prodotti agroalimentari nazionali vegetali in alternativa alla carne.

"Riteniamo estremamente importante che i governi prendano l'iniziativa di produrre piani che orientino il sistema alimentare verso il sostegno della produzione e del consumo di alimenti a base vegetale" commenta Shirley Lu, direttrice generale di ProVeg in Asia.

LAV è dello stesso avviso di ProVeg, applaude il Governo sudcoreano ed esorta ancora una volta il Governo italiano a compiere passi analoghi, come già fatto con la campagna Sfida Green e la recente diffusione di un compendio di azioni necessarie in favore della transizione alimentare, il Menu del Cambiamento.

Ma mentre ci si congratula con la Corea del Sud per la decisione lungimirante, alla Camera pochi giorni fa è stata approvata la bieca Legge contro la carne coltivata, presentata dal Ministro Lollobrigida e dal Ministro Schillaci, rispettivamente per la Sovranità Alimentare e per la Sanità, e strenuamente sostenuta da Coldiretti.

Un provvedimento antiscientifico e ideologico, che di fatto rende legge il volontario attacco al progresso, ai diritti degli animali e ai cittadini, destinato unicamente a proteggere gli interessi della lobby della carne, privando l’Italia di un’importante possibilità di sviluppo.

Restando in Europa, altri Stati stanno prendendo decisioni opposte a quelle del Governo italiano: due comuni olandesi, Bloemendaal e Utrecht, questo il quarto più grande del Paese, hanno votato per vietare la pubblicità di carne e prodotti caseari negli spazi pubblici.

Le iniziative seguono la decisione del Comune di Haarlem, che nel già 2022 aveva votato per vietare questo tipo di pubblicità a partire dal 2024. Una scelta istituzionale allineata a quanto il ministro olandese dell'Agricoltura, della Natura e della Qualità degli alimenti, ha dichiarato in una recente riunione dell'UE. Secondo il ministro, infatti, in nessun caso l'Unione Europea dovrebbe fornire sussidi per la produzione di carne.

Si noti che nei Paesi Bassi i rivenditori hanno registrato un calo delle vendite di prodotti a base di carne per nove trimestri consecutivi, con una diminuzione del 13% rispetto al primo trimestre del 2019, inoltre il Paese è uno dei mercati a base vegetale più dinamici d'Europa.

Anche la Germania muove passi nella direzione della transizione alimentare, la Commissione per il bilancio del Bundestag ha infatti stanziato 38 milioni di euro per finanziare progetti di transizione proteica sostenibile nel 2024. Tra le misure previste si ritrovano l'espansione dei finanziamenti pubblici per la ricerca sugli alimenti a base vegetale e sulla carne coltivata e il sostegno alla trasformazione degli agricoltori.

Zoe Mayer, membro del Bundestag e del partito dei Verdi ha dichiarato che "Per la prima volta, una somma consistente sarà destinata alla promozione di fonti proteiche alternative e al passaggio all'agricoltura vegetale, dopo che per decenni ci si è concentrati principalmente sulle sovvenzioni all'allevamento". Il sintomo di un cambiamento strutturale, che rispecchia peraltro la volontà dei propri cittadini, a differenza di quanto avvenga nel nostro Paese.

Secondo un'indagine condotta nell'ambito del progetto Smart Protein dell'Unione europea, la Germania, insieme all'Italia, ha registrato il maggior calo nell'assunzione di carne, con il 59% che ha mangiato meno carne nel 2022 rispetto all'anno precedente.

Davanti all’esempio di Stati che hanno saputo accettare la necessità di cambiamento, LAV sprona il Governo italiano a non ridicolizzarsi ulteriormente e incentivare invece la transizione alimentare, finalmente rispettando i diritti degli animali confinati negli allevamenti e agendo sulla sempre più emergenziale situazione climatica.