Elefantessa Bambi: al via il processo per maltrattamento
Si è aperto oggi al Tribunale di Mantova il processo a carico del proprietario e gestore dell’elefantessa Bambi, detenuta all’interno del circo Busnelli Niuman, accusato di maltrattamento, violazione delle Linee Guida Cites e violazione dei sigilli.
Noi di LAV, presenti in aula grazie al supporto dell’avvocato Massimiliano Canè, abbiamo depositato l’atto di costituzione di parte civile nel processo, ma sarà solo alla prossima udienza, l’11 febbraio, che il Tribunale scioglierà la riserva.
La vicenda aveva avuto inizio a marzo 2023, quando i Carabinieri forestali locali, dopo un’ispezione della struttura e confermata la detenzione incompatibile con la natura dell’animale e la violazione della normativa vigente, avevano subito posto l’elefantessa sotto sequestro, lasciandola però in custodia al circo stesso.
Questo aveva fatto sì che Bambi continuasse ad essere fatta esibire negli spettacoli, aggiungendo all’accusa di maltrattamento quella di deterioramento dell’animale posto sotto sequestro e violazione dei sigilli.
Questo caso rappresenta l'ennesima triste testimonianza di come la mercificazione degli animali e il loro sfruttamento negli spettacoli abbia effetti gravissimi sulla loro vita.
Come da capi di imputazione, Bambi, vittima di maltrattamento, era detenuta in uno spazio inadeguato per le sue dimensioni, senza una pavimentazione adatta né arricchimenti ambientali che potessero sopperire alla noia e alla solitudine, determinando la manifestazione di gravi comportamenti stereotipati, come movimenti ripetitivi e totale assenza di risposta a stimoli esterni.
Oggi, l’elefantessa diventa il simbolo della sofferenza che più di 2000 animali sono ancora costretti a subire a causa dello sfruttamento a scopo di intrattenimento.
E’ anacronistico, inaccettabile e umiliante che animali, che dovrebbero essere liberi di esprimere i loro comportamenti naturali, siano ancora costretti a esibirsi in performance imposte dai loro addestratori. La sofferenza degli animali detenuti nei circhi va ben oltre quello che si può osservare sulla pista: dietro il brillante fascino di lustrini e luci, si celano esseri senzienti in sofferenza, costretti a una vita reclusa in gabbia, scandita da addestramenti a compiere movimenti ed azioni estranei alla loro natura, accompagnata dallo stress dei lunghi viaggi delle tournée, e peggiorata dalla solitudine e dalla noia.
Già nel 2023, il sondaggio Doxa commissionato da LAV, aveva fatto emergere che il 76 % degli italiani è contrario all’impiego degli animali nei circhi. E ancora nel 2024, aderendo alla petizione lanciata da LAV, ben 140.000 cittadini hanno firmato per ribadire di non voler essere più spettatori di questa sofferenza.
Chiediamo quindi giustizia per Bambi e chiediamo al Ministro della Cultura Giuli di portare a Palazzo Chigi, senza ulteriori rinvii o ritardi, lo schema di decreto legislativo di attuazione della Legge delega sullo spettacolo che prevede lo stop all’utilizzo degli animali nei circhi e spettacoli viaggianti come già deciso da tanti altri Paesi, con il dovuto aiuto al settore per la riconversione e senza alcuna perdita di posti di lavoro.
Photo Credit: milano.corriere.it