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Si è chiusa la vicenda giudiziaria dell'ex macello Italcarni

Udienza di Cassazione del processo penale ai veterinari ASL dell’ex macello Italcarni per cui era stata confermata in appello la condanna per maltrattamento animali a carico di uno dei due imputati.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 21 luglio 2022

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Si è chiusa la vicenda giudiziaria dell'ex macello Italcarni

Lo scandalo del macello ex-Italcarni in provincia di Brescia continua a fare i conti con la giustizia - afferma LAV: in occasione dell’udienza del 20 luglio 2022, la Corte di Cassazione ha dichiarato l’inammissibilità dei ricorsi dei due imputati. Da questa pronuncia discende, pertanto, la condanna alle spese del giudizio oltre che la conferma di quanto disposto in grado di appello a carico dei due imputati. La decisione della Corte mette finalmente fine ad una vicenda giudiziaria complessa portata avanti dall'Ufficio Legale LAV e dall'Avv. Vittorio Arena del Foro di Brescia.

Questa nuova pronuncia cristallizza quanto già disposto con la sentenza d’appello: la condanna dei due medici veterinari rispettivamente per maltrattamento di animali (art. 544 ter c.p.) e per falso per aver omesso le visite agli animali prima della macellazione (art. 479 c.p.) da un lato, e per minacce (art. 336 c.p.) a una collega, dall’altro, fatti che hanno dato il via all’inchiesta.
La pena era stata fissata in appello a un anno e otto mesi per il veterinario colpevole dei reati di maltrattamento e falso, e a sei mesi per l’altro imputato condannato per minacce.

Animali in terribili condizioni, dopo una vita di sfruttamento, non più in grado di reggersi sulle zampe che, anziché essere abbattuti in allevamento come prevede la normativa con il chiaro e indispensabile obiettivo di evitare ulteriori sofferenze, venivano comunque trasportati al macello, scaricati e spinti con trattori o muletti, presi a calci, pungolati con forconi, trascinati con catene, davanti agli occhi di chi aveva la responsabilità di controllare che tutto avvenisse nel rispetto delle regole.

“Una vicenda gravissima, per le sofferenze inflitte agli animali, oltre che dal punto di vista dell’etica e della professionalità dei servizi veterinari, che dovrebbero garantire trasparenza, imparzialità ed efficacia dei controlli – sottolinea la LAV – Alla luce di tale pronuncia, torniamo a chiedere che siano previsti provvedimenti disciplinari nei confronti dei condannati e di tutti coloro che avevano il dovere professionale e morale di conoscere e non tollerare un simile modus operandi, trattandosi di animali mandati al macello, la cui carne veniva commercializzata e venduta ai consumatori”.

Quello di Italcarni è il primo processo in cui una Procura ha posizionato in un macello delle videocamere nascoste, documentando settimane di sevizie alle mucche. La domanda è quindi cosa accadrebbe se fossero poste telecamere in altri macelli italiani anche alla luce degli elementi raccolti negli anni nei luoghi della produzione di carne, gli allevamenti e i macelli.

L’evidenza raccolta dalla nostra così come da altre organizzazioni è ormai sempre più corposa e mostra che non ci si può nascondere dietro la retorica dei casi isolati - dichiara LAV - per questo ribadiamo la necessità di prevedere una costante sorveglianza sui luoghi di produzione zootecnica e chiediamo al Ministro della Salute:

  • l’emanazione di un disegno di legge del Ministero della Salute che introduca specifiche fattispecie omissive e adeguate sanzioni per i veterinari di sanità pubblica e per i veterinari aziendali in tema di benessere degli animali e di salute pubblica;
  • la previsione di meccanismi di trasparenza sui controlli effettuati dai servizi veterinari delle ASL a titolo di rendicontazione annuale, con una puntuale e periodica comunicazione al pubblico dei risultati di indagine al fine di mostrare le attività di tutela del benessere e della salute pubblica dei cittadini, in linea con l’evoluzione della conoscenza scientifica sul tema del benessere degli animali e con le esigenze dei cittadini e consumatori.

Si tratta di aspetti importanti e delicati per i quali ci appelliamo al Ministro Roberto Speranza confidando che l’Italia faccia decisi passi avanti e sia all’altezza dei cambiamenti in atto a livello europeo, in particolare la revisione della normativa a tutela degli animali allevati a scopi alimentari.

Auspichiamo inoltre l’intervento del Presidente della Regione Fontana, per quanto attiene la sua competenza sui servizi veterinari locali e la dovuta intensificazione del sistema di controlli, anche considerata la presenza massiccia di aziende zootecniche e il numero di animali allevati sul territorio lombardo, in particolare proprio di bovini per la produzione di latte (20% sul totale nazionale sono in Lombardia, BDN 2022).


FOTO NEL TESTO DI AP