Ha ucciso un coniglio selvatico, animale non cacciabile, facendo uso di un cappio di acciaio: ora un residente dell'Isola del Giglio è stato condannato, con decreto penale di condanna, al pagamento di una sanzione di 1.000 euro.
Il bracconaggio nell’Isola del Giglio, gestito da residenti locali, è stato per anni sottovalutato, quasi tollerato, ma grazie alla collaborazione con Piero Liberati della Fondazione ValleVegan, dal 2015 sull’isola sono state installate numerose fototrappole che hanno consentito di individuare alcune persone responsabili di atti illegali di uccisione di animali, con metodi illegali e cruenti, quali i lacci di acciaio che uccidono per soffocamento e le “schiacce” costituite da grandi pietre che uccidono i conigli per schiacciamento.
Siamo soddisfatti di questa prima condanna, ma non abbassiamo la guardia: continuiamo a monitorare le attività illegali svolte sull’isola nei confronti degli animali selvatici, raccogliendo prove a carico dei responsabili. Il maltrattamento e l’uccisione dei conigli di cui siamo stati testimoni sono atti non solo illegali ma anche profondamente cruenti, che non devono trovare più spazio all’Isola del Giglio.