Li abbiamo incontrati in autunno, in qualità di “ambasciatori” della coalizione internazionale Fur Free Alliance e a seguito della campagna #PradaFurFree, che ha visto coinvolte decine di ong nel mondo e centinaia di migliaia di persone.
Oggi possiamo annunciare, insieme al Gruppo Prada, il passaggio al fur-free del prestigioso marchio, frutto del positivo dialogo con l’azienda e di un approfondito confronto sulle criticità che riguardano la produzione di pellicce (a cominciare dagli aspetti etici e che sono condivisi da sempre più consumatori nel mondo.
A partire dalle collezioni Donna Primavera/Estate 2020, Prada non utilizzerà più pellicce animali nella realizzazione di nuovi prodotti; una decisione che interessa anche tutti gli altri marchi del Gruppo: Miu Miu, Church’s e Car Shoe.
“L’innovazione e la responsabilità sociale sono parte dei valori fondanti del Gruppo Prada e la decisione di sottoscrivere la politica fur-free - frutto di un dialogo costruttivo con Fur Free Alliance e in particolare con LAV e con The Humane Society of the United States - rappresenta un importante traguardo nell’ambito di questo nostro impegno”, ha dichiarato Miuccia Prada. “La ricerca e lo sviluppo di materiali alternativi consentirà all’azienda di esplorare nuove frontiere della creatività e di rispondere, allo stesso tempo, alla domanda di prodotti più responsabili”.
La decisione del Gruppo Prada di adottare una politica fur-free è coerente con una nuova idea di lusso più etico e sostenibile e risponde alle aspettative dei consumatori, oggi più attenti a scegliere prodotti che rispettino l’ambiente e gli animali. Il nostro impegno LAV per una moda etica, e quindi non solo “senza pellicce” ma completamente Animal Free, prosegue verso nuovi traguardi.
Simone Pavesi
Responsabile Moda Animal Free