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Il canepardo: un malaugurato esempio di 'grooming creativo'

I cani non sono oggetti da decorare ma esseri senzienti con bisogni e diritti propri. Sempre.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 18 ottobre 2024

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Un pericoloso affronto alla dignità e alla salute dell'animale

Presentato come canepardo, Nonsichiama (questo il nome del cane), il pit bull è entrato nella cronaca dei social e di una nota trasmissione radiofonica perché il suo manto viene dipinto per renderlo simile a quello di un ghepardo. 

La pratica di dipingere e toelettare i cani a scopo estetico, spesso chiamata "grooming creativo" trasforma l'aspetto del cane attraverso tagli elaborati, tinture colorate e decorazioni temporanee.

Questa moda, nata negli Stati Uniti e in Asia, si è diffusa anche in altre parti del mondo, dove sono organizzati concorsi e fiere che celebrano queste trasformazioni estetiche.

Gli effetti negativi diretti sul cane includono:

  • Stress: il grooming prolungato e invasivo può essere una fonte di stress per il cane, specialmente se richiede di rimanere fermo per lunghi periodi. Gli animali mostrano segni di ansia o disagio durante queste sessioni.
  • Sostanze chimiche: le tinture, anche se specificamente formulate per gli animali, possono comunque causare irritazioni cutanee, allergie o altre reazioni avverse. Sostanze come ammoniaca e perossido, utilizzate in alcune tinture per umani, sono tossiche per gli animali.
  • Impatto sulla comunicazione: il cane comunica anche attraverso l'aspetto del suo pelo, la postura del corpo e l'odore naturale. Alterare questi aspetti con tinture o tagli può interferire con la sua capacità di comunicare con altri cani, influenzando negativamente le sue interazioni sociali.

In sostanza si trasmette l'idea che i cani siano oggetti da decorare, piuttosto che esseri senzienti con bisogni e diritti propri e questa pratica contribuisce a un'oggettivazione degli animali, riducendoli a meri "accessori" estetici. Si tratta di una percezione che rischia di oscurare la loro natura di individui con una propria sensibilità emotiva, cognitiva e sociale.

La riduzione del cane a oggetto decorativo

Il grooming creativo, con tagli elaborati e tinture vivaci, può trasmettere l'idea che il cane sia simile a un oggetto che può essere modificato secondo i desideri del proprietario. Questa pratica estetica potrebbe ridurre il cane a un "manichino vivente", enfatizzando il valore estetico a scapito del suo stato emotivo o del suo comfort. Si tratta di un approccio che trasmette un messaggio che va oltre la cura dell’animale, poiché lo considera come un "veicolo" per l'espressione del gusto personale del proprietario, anziché come un essere vivente con bisogni propri.

Culturalmente, trattare un cane come una tela su cui esprimere creatività rafforza una visione consumistica degli animali, riducendo il loro ruolo a quello di oggetti personalizzabili. In molte culture occidentali, c'è una crescente tendenza a "umanizzare" gli animali domestici, dotandoli di abiti e accessori simili a quelli umani.

Il grooming creativo si inserisce in questa cornice, ampliando l'idea che l'animale sia una forma di auto-espressione, come un vestito o un accessorio di moda.  

La vicenda di Nonsichiama, il 'canepardo',  trova ovviamente tutto il nostro dissenso di associazione che opera da sempre in difesa della dignità di qualsiasi animale.