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Pubblicato il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici 2022

Per affrontare l’emergenza climatica servono misure a favore della transizione alimentare. Eppure, il Piano non considera l’impatto ambientale del ciclo di produzione della carne.

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giovedì 29 dicembre 2022

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LAV parteciperà alla consultazione pubblica prevista per chiedere misure volte a riconvertire il settore zootecnico

Il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamento Climatici (PNACC) è stato pubblicato il 28 dicembre sul sito del MASE, con l’obiettivo di inquadrare le azioni necessarie per ridurre al minimo i rischi causati dal cambiamento climatico.

Lo scorso 12 dicembre LAV aveva scritto alla Presidente Meloni e al Ministro dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin per chiedere di includere nel Piano provvedimenti mirati a ridurre gli impatti sul clima derivanti dall’attuale sistema agro-alimentare italiano, fortemente sbilanciato verso produzioni e consumi di alimenti di origine animale.

Adattarsi significa anche anticipare gli effetti avversi e adottare misure adeguate a prevenire o ridurre al minimo i danni oppure sfruttare le opportunità che possono presentarsi (p.72 PNACC 2022)

Ad una prima analisi del documento e dei corposi allegati non emergono misure suggerite che tengano in considerazione l’impatto ambientale del ciclo di produzione della carne e suggeriscano efficaci azioni che sfruttino le opportunità offerte dall’emergenza climatica, come quella di operare in direzione di una efficace e lungimirante transizione alimentare.

Nel corso degli ultimi decenni, un numero sempre maggiore di studi si è concentrato sulle esternalità negative dell’attuale sistema alimentare, evidenziandone in particolare l’impatto fortemente sfavorevole sul clima, come emerge anche dalla ricerca commissionata da LAV.
Un dato per tutti nel confronto in peso (100 g), le carni risultano avere un potenziale di riscaldamento globale tra le 10 e le 50 volte quello dei legumi (p. 45).

L'impatto della zootecnia in termini di riscaldamento globale viene riportato anche nel Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) del 2019 dove, per esempio si precisa che (p. 112):

[…] L’agricoltura e la zootecnia rappresentano fonti rilevanti di produzione di gas a effetto serra, costituiti principalmente da metano, ammoniaca e protossido di azoto. Le emissioni di ammoniaca sono determinate principalmente della gestione delle deiezioni animali e dall’utilizzo dei fertilizzanti. Sul piano settoriale, nel caso del comparto zootecnico, la gestione degli effluenti (bovini, suini e avicoli) è la fase aziendale in cui si generano circa il 50% del totale delle emissioni agricole. PNIEC

L’importanza del controllo e della riduzione delle emissioni di ammoniaca in atmosfera, anche attraverso misure finanziate dagli strumenti della Politica Agricola Comune (2021-2027) e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è innegabile.

L’Italia è fortemente colpita dall’inquinamento atmosferico dovuto all’allevamento, soprattutto nelle zone ad alta intensità di stabilimenti zootecnici intensivi, nonché dai danni causati da fenomeni estremi legati al cambiamento climatico, particolarmente gravi per alcune zone più esposte a dissesto idrogeologico ed all’azione del mare.

Piani di adattamento e mitigazione mirati a contrastare l’emergenza climatica e i suoi effetti non possono essere posti in essere senza misure atte a favorire la transizione agroalimentare, anche attraverso una riorganizzazione delle attività agricole e zootecniche, nel rispetto degli obiettivi delle strategie europee previste dallo European Green Deal.

La recente decisione dei Paesi Bassi, dove il Governo ha approvato un piano per ridurre il numero di animali allevati del 30% entro il 2035 - che prevede il supporto per gli allevatori nella transizione anche con finanziamenti – mostra come la riduzione del numero di animali allevati sia necessaria per ridurre l’impatto della zootecnia sull’inquinamento atmosferico e sul clima. I Paesi Bassi, primo Paese esportatore di carne in Europa, sono anche il primo Paese a disporre un provvedimento per la riduzione delle consistenze zootecniche.

LAV, che parteciperà alla consultazione pubblica prevista come prossimo step, chiede agli attori istituzionali coinvolti di definire misure precise per supportare le aziende del settore zootecnico a riconvertirsi sempre più verso colture destinate direttamente all’alimentazione umana, prevedendo incentivi e programmi di promozione adeguati.