In Italia si possono allevare e commercializzare legalmente tigri, armadilli (“cugini” dei pangolini), serpenti, pappagalli e altri uccelli esotici, ricci, salamandre, tartarughe, cani della prateria e mustelidi vari (cugini degli zibetti): animali di serie B che non possono contare sulle tutele di cui godono i loro simili nati in Natura.
Ma gli animali esotici sono vittime, anche, di un fiorente traffico illegale: un business globale, secondo solo al traffico di armi e droga, con un giro d’affari, solo in Italia, di 2 miliardi di euro. Animali che circolano, legalmente o meno, sul nostro territorio, portandosi dietro sofferenza e un bagaglio di zoonosi, che costituisce un potenziale rischio sanitario per le persone.
Per questo abbiamo lanciato una petizione rivolta al Ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, per chiedergli di:
Dal nostro Paese in quattro anni (2014 - 2018) sono state esportate 23 tigri, legalmente, come riporta un'indagine di Four Paws: animali nati in cattività e venduti a chissà chi, come le 10 tigri trasportate in condizioni allucinanti da Latina e dirette in Bielorussia, lo scorso ottobre.
Non possiamo più tollerare che gli animali continuino ad essere trattati come oggetti. Dal 13 al 17 luglio a Ginevra si terrà il 31° Meeting dell’“Animals Committee” della CITES: un’occasione importante durante la quale il Governo italiano, visto quanto successo con la pandemia, dovrà farsi portavoce di una richiesta di revisione profonda della Convenzione di regolazione del commercio facendola diventare un Accordo internazionale di divieto.