Vincenzo Caputo, audito in Commissione Agricoltura della Camera, ha illustrato come si sta contrastando la PSA.
Il 16 gennaio presso la Commissione Agricoltura della Camera, si è tenuta l’audizione di Vincenzo Caputo, Commissario straordinario alla Peste Suina Africana che si è trasformata in una lunga lista di tutte le azioni e gli strumenti utilizzati per sterminare cinghiali e maiali, sciorinata dal Commissario come se stesse trattando di cose inanimate e non di milioni di esseri senzienti.
Abbiamo così appreso che tutte le azioni previste dal Commissario sono regolarmente in corso, tra queste spicca la condanna a morte di ben 612.000 cinghiali l’anno che saranno uccisi ricorrendo addirittura al supporto della Marina, dell’Aviazione e dell’Esercito.
Il massacro è affidato ancora una volta ai cacciatori, eufemisticamente ribattezzati, “bioregolatori”, quando sarebbe più corretto definirli “necroregolatori” visto che il loro compito è uccidere i cinghiali in un numero che lo stesso Commissario, in una precedente audizione alla Camera, ha affermato essere pari a 1,4 milioni, comportandone così l’estinzione, visto che le stime di ISPRA riportano la presenza di circa 1,5 milioni di cinghiali a livello nazionale.
La gestione della Peste Suina Africana, si conferma quindi una grande opportunità per i cacciatori che possono così dare sfogo alla loro passione sanguinaria.
Ma è la stessa EFSA, l'Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, a precisare che non esiste una soglia di densità minima di cinghiali sotto la quale possa essere inibita la circolazione del virus, chiarendo così che l’aumento del numero di animali uccisi non mette certamene al riparo dai rischi.
L’attenzione deve invece essere concentrata proprio sugli stessi cacciatori che, con le loro prassi di eviscerazione, rappresentano un veicolo per la diffusione del virus della PSA e di tutte le patologie trasmissibili all’uomo di cui sono portatori gli ungulati.
In contrasto a tanto fervore sanguinario, il Commissario ha invece eluso la precisa domanda, posta dall’on. Caramiello (M5S), che riguardava la richiesta di rifinanziamento dei progetti per la messa a punto del vaccino immunocontraccettivo GonaCon, che consente di sterilizzare i cinghiali e il cui utilizzo permetterebbe di ridurne la popolazione in maniera del tutto incruenta e pienamente efficace, escludendo l’intervento dei cacciatori.
Il Commissario ha risposto in modo ancora più evasivo a domande inerenti agli allevamenti.
A fronte di risposte evasive su misure di biosicurezza inefficaci, ma ciclicamente adottate, è invece, necessario cambiare struttura dell’allevamento suinicolo in sé, piuttosto che continuare a integrare con correttivi tanto cruenti quanto inutili.
Continuare ad investire su misure di biosicurezza di allevamenti che, per struttura e densità di animali allevati, non sono affatto funzionali a contenere emergenze sanitarie, non ha portato i risultati sperati, ma, anzi, la PSA continua a diffondersi.
Alla luce dei recenti avvenimenti, è fondamentale intraprendere misure volte a favorire la biosicurezza, soprattutto attraverso almeno la riduzione delle densità di suini allevati nei singoli allevamenti
I reiterati incentivi e ristori al comparto zootecnico hanno, infatti, l’unico scopo di dopare la produzione, senza intervenire seriamente sui problemi sanitari (oltre che su quelli ambientali, etici, economici) che i ritmi di produzione comportano.
È ora di smettere di ragionare su pezzi di corpi da cui trarre profitto e di pensare seriamente alla salute di esseri senzienti: è necessario un cambio sistematico di questa filiera crudele e che si sta sgretolando sotto la sua stessa insostenibilità strutturale.