Home | Notizie | Pesca a strascico, Italia resta isolata in Europa

Pesca a strascico, Italia resta isolata in Europa

Unico Paese a non supportare le conclusioni sul pacchetto di politica della pesca della Commissione UE che includevano importanti limitazioni allo strascico.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 05 luglio 2023

Topic


Condividi

Strascico distruttivo ma pesantemente sovvenzionato

Il seguente testo, a cura di Eleonora Panella - responsabile LAV Area Animali Esotici - è stato pubblicato sulla Newsletter Fatto for Future de Il Fatto Quotidiano.

-----

Martedì 27 giugno la Presidenza del Consiglio europeo ha pubblicato le conclusioni sul pacchetto di politica della pesca della Commissione, che mira ad avere un settore della pesca e dell'acquacoltura sostenibile, resiliente e competitivo.

Il testo, per la prima volta da quando l'Unione ha la competenza sulla pesca tenta di conciliare gli obiettivi ambientali con l'attività economica e gli aspetti sociali. Il testo, pur essendo lontano dall'inclusione reale dei pesci come esseri senzienti, è in ogni caso una ventata di aria fresca in quanto i Ministri UE hanno chiesto che la prossima politica della pesca includa il benessere animale e altre misure restrittive, per rendere il settore competitivo, ma sostenibile ed allineato con il Green Deal UE.

Siamo profondamente amareggiati che l'Italia sia stata l'unico paese membro a non aver supportato Il testo delle conclusioni che includevano fra le altre, delle importanti limitazioni alla pesca a strascico, a causa di un Ministero, quello dell'Agricoltura e Sovranità alimentare che continua ad affermare di volere sostenere comparti economici fondamentali del paese, basandosi su nozioni e dati economicamente e scientificamente non fondati.

É bene ricordare che la pesca a strascico, utilizzata per catturare una varietà di organismi tra cui pesci, molluschi e crostacei utilizza reti che incidono e raschiano il fondo marino, è stata considerata un metodo di pesca distruttivo e spesso osteggiata a gran voce dalle comunità locali di pescatori, che la consideravano una minaccia per le risorse marine e per il loro stesso sostentamento.

Tuttavia, lo strascico è ancora pesantemente sovvenzionato e il settore in perdita da anni, continua ad andare avanti grazie a fondi pubblici. L’Italia ha una flotta di strascico fra le più grandi del Mediterraneo, ma con una occupazione esigua e in costante perdita; infatti la grande maggioranza della flotta mediterranea è composta da pescherecci di piccola taglia, che contribuiscono al 57% dell'occupazione totale e al 29% dei ricavi totali della pesca di cattura marina.

Senza contare gli impatti ambientali in termini di emissioni di Co2 associati a questa tecnica di pesca. Uno studio pubblicato su Nature nel 2021 ha rilevato che la pesca a strascico genera ogni anno circa 1 gigatonnellata di anidride carbonica, pari al 2% delle emissioni globali. In base a questo studio, la quantità annuale di anidride carbonica rilasciata dalla pesca a strascico nell'oceano sarebbe superiore alle emissioni annuali della maggior parte dei Paesi e simile a quelle dell'aviazione globale.

Insomma, in un solo consiglio AGRIFISH, l’Italia ha saputo “distinguersi” ancora una volta per decisioni prese in accordo con il settore e molto poco lungimiranti in termini ambientali ed economici.

Foto di copertina: Fatto For Future