LAV continua a lottare per promuovere una ricerca senza animali e chiede che il nuovo laboratorio sia invece un esempio di sviluppo e divulgazione dei modelli in vitro.
LAV ha appreso dagli organi di stampa e numerose segnalazioni, della volontà di acquisto di un terreno a Pesaro, da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell'Umbria e delle Marche, per la realizzazione di un laboratorio di tipologia BSL3.
Questo laboratorio sarebbe “in grado di garantire sperimentazioni e manipolazioni, in vivo e in vitro, di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo in condizioni di massima sicurezza e di contenimento biologico” come si legge nella Delibera della Giunta comunale del 3 agosto 2022, e con realizzazione di “stalle contumaciali per la stabulazione di grandi e piccoli animali in grado di garantire misure di bio-contenimento e bio-sicurezza nei confronti di agenti infettivi”.
LAV si è immediatamente mossa per contrastare l’apertura di un altro laboratorio che, come da delibera, sperimenterebbe su animali, oltre ad essere in totale antitesi con quanto richiesto dalla Legge nazionale che promuove una ricerca basata su modelli alternativi. Ci siamo quindi uniti alle proteste dei cittadini e di alcuni esponenti delle Istituzioni locali e abbiamo chiesto chiarimenti.
Alle nostre richieste, il Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico ha risposto che il Centro “potrebbe ospitare la costruzione di uno stabulario” secondo autorizzazioni ministeriali, oltre a prevedere stalle contumaciali per accertamenti sanitari, senza escludere quindi per iscritto che vi possano essere esperimenti su animali, oltre alla osservazione e cura degli stessi.
La creazione di un centro come quello prospettato, oltre ovviamente a non dover avere ripercussioni sull’ambiente e la salute degli abitanti della zona, deve essere l’opportunità per creare un polo di ricerca basata su modelli human-based, oltre che di cura di animali colpiti da malattie particolari - basti pensare all’emergenza brucella canina, registratasi proprio nelle Marche e in un allevamento commerciale di cani evidentemente non controllato.
LAV tornerà a chiedere che il nuovo laboratorio possa essere un esempio di sviluppo e divulgazione dei modelli in vitro, unendosi alla volontà di tutti quei cittadini che già si sono dichiarati fortemente contrari alla vivisezione.