Il 25 marzo Report ha trasmesso l’inchiesta “L’etichetta”, realizzata anche con la nostra collaborazione, che ha ulteriormente documentato, come denunciamo da anni, quanto siano inattendibili le certificazioni di “qualità” dell’industria della pellicceria, dove il controllo della filiera rivela la promiscuità tra controllore e controllato e sistemi di valutazione del benessere animale totalmente inaccettabili.
Abbiamo subito tentato un confronto con le aziende coinvolte: Max Mara, Loro Piana, Woolrich non hanno dato alcuna disponibilità al dialogo e non ci hanno mai risposto, mentre Moncler, tramite la Responsabile Sostenibilità, ci ha fatto sapere che: “a seguito della trasmissione “Report” la società ha immediatamente avviato un ulteriore processo di verifica per accertare in dettaglio quanto evidenziato, a conferma della serietà aziendale nell'affrontare il tema della certificazione”.
Deve esser chiaro, in ogni caso, che i protocolli WELFUR (ideati dagli stessi allevatori) non sono finalizzati a identificare migliori standard gestionali e strutturali, sono fuorvianti ed accettano elevati livelli di sofferenza: le certificazioni di “qualità” delle pellicce non sono certificazioni etiche o animal friendly!
E’ questa la “qualità certificata” di cui ancora vogliono farsi vanto Moncler, Loro Piana, Max Mara, Woolrich?
Invitiamo nuovamente le aziende ad incontrarci e rinunciare definitivamente all’uso di pellicce animali
Simone Pavesi
Responsabile Moda Animal free
Approfondimenti: punti critici del sistema di valutazione WELFUR.