Abbiamo chiesto al Presidente del Consiglio e al Ministro dell’Agricoltura di rimuovere dai suoi incarichi il Viceministro Olivero, che durante una visita all’allevamento di visoni di Capralba (Cremona) avrebbe dichiarato che “deve essere garantito il lavoro” e, incredibilmente, che è “molto più contento che i visoni vengano allevati in Italia che non in altri Paesi. Ciò che mi sta a cuore è la qualità di vita dell’animale e da noi si riesce a garantirla meglio”.
Un’assoluta mancanza di sensibilità nei confronti degli animali uccisi per la loro pelliccia, e nei confronti della maggioranza degli italiani (l'85%, Eurispes 2014) che sono contrari alle pellicce.
Il Viceministro probabilmente ignora le palesi costrizioni cui sono sottoposti i visoni in allevamento, le problematiche ambientali causate proprio dalla gestione di questi animali e con il crollo dei prezzi delle pelli di visone (fattore che non può essere certo ignorato da parte di chi parla di questi allevamenti come una opportunità di reddito). Il prezzo medio di una pelle di visone, infatti, è in continuo calo. Nella stagione 2012/2013 una pelle era battuta a 76,90 euro, all’asta di dicembre 2013 il prezzo è sceso a 58,46 euro, a febbraio 45,60 euro e all’ultima asta tenuta a Copenhagen lo scorso aprile, dove sono solitamente commercializzate le pelli italiane, si è registrato un ulteriore crollo a 38,73 euro. (Fonte, Asta internazionale di Copenhagen)
Rivolgiamo un nuovo appello ai Presidenti delle Commissioni Sanità al Senato e Agricoltura alla Camera: è ora che sia avviato l’iter di approvazione dei disegni di legge che metteranno al bando definitivamente gli ultimi allevamenti italiani di animali “da pelliccia”.
Presso le Commissioni Sanità al Senato e Agricoltura alla Camera sono già stati presentati e assegnati 3 distinti Disegni di Legge (a firma Sen. Amati –PD-, On. Brambilla –FI-, On. Gagnarli –M5S-) che riassumo le istanze della LAV per porre fine a questa barbarie.
Analoghi provvedimenti sono stati presentati anche presso i Consigli Regionali di Emilia Romagna e Sicilia.
Due Parchi regionali fluviali della Lombardia (Adda Sud e Serio) hanno vietato questi allevamenti entro i loro confini, per ragioni di tutela ambientale e di salvaguardia da possibili immissioni involontarie di specie animali estranee all’habitat nazionale (quali appunto sono i visoni americani allevati per la loro pelliccia).