Il Tribunale di Rovereto (Trento), nel corso dell’udienza di stamattina, ha riconosciuto la costituzione di parte civile della LAV nel processo a carico di un pastore di Arco imputato per maltrattamento di animali con l’aggravante della morte.
Il pastore era stato denunciato da noi nel 2013, in seguito alle segnalazioni ricevute dai volontari della sede trentina dell’Associazione, in relazione al ritrovamento di una pecora morta a causa delle bastonate ricevute. La prossima udienza del processo si terrà il 16 aprile 2015. L’imputato rischia fino a due anni e tre mesi di reclusione o la multa fino a 45mila euro nonché l'interdizione fino a tre anni delle attività di allevamento di animali che, in caso di recidiva, diventa definitiva.
L’episodio, di incredibile efferatezza, era avvenuto nel marzo del 2013 quando alcuni volontari della LAV, in seguito ad una telefonata anonima, avevano trovato una pecora morta dopo una lunga agonia, con le orecchie recise, dalle quali erano stati tolti i marchi auricolari attestanti le generalità e la proprietà dell'animale. Sul luogo, un campo in Via Goito, erano accorsi anche i Carabinieri, il veterinario di turno dell'Azienda Sanitaria Provinciale e i Vigili del Fuoco, per gli accertamenti e permettere l'esame del corpo dell'animale, grazie ai quali la sede nazionale della LAV ha potuto sostenere la denuncia per violazione dell'articolo 544 ter del Codice penale.
"Siamo molto soddisfatti per il riconoscimento della LAV come parte civile, e ci auguriamo che questo sia solo il primo passo verso la punizione del responsabile del terribile gesto. – dichiara Simone Stefani, responsabile della LAV per il Trentino – Le foto scattate la sera del ritrovamento del povero animale erano drammaticamente eloquenti e furono diffuse affinché costituissero un monito sia per l’esecutore materiale del fatto che per il proprietario degli animali, che insultò e minacciò i volontari LAV, anche in presenza delle Forze dell'ordine"