L'animale destinato a probabile macellazione clandestina.
Lo scorso 14 giugno, a seguito di una segnalazione della sede Lav di Rovigo, le autorità hanno posto sotto sequestro una pecora in zona Bosaro.
L'animale, privo dei documenti necessari per gli animali allevati, era detenuto in una casa privata abitata da una famiglia di fede musulmana.
In quei giorni si stava celebrando Eid al-Adha, la festa del sacrificio. La ricorrenza commemora il sacrificio di Abramo, pronto a uccidere suo figlio per obbedire a Dio. A ricordo dell'avvenimento, molti fedeli sacrificano un animale, di solito una pecora, che deve essere uccisa con i metodi della macellazione rituale (halal per i musulmani e kosher per gli ebrei), vale a dire senza previo stordimento.
Il regolamento (CE) n. 1099/2009 del Consiglio del 24 settembre 2009 sulla protezione degli animali durante l'uccisione e la macellazione stabilisce come principio il previo stordimento degli animali, ma consente la macellazione senza stordimento in caso di macellazione rituale, a patto che avvenga in un macello autorizzato.
Oltre alla estrema sofferenza per gli animali, perfettamente coscienti nel momento dell'uccisione, in questi casi vi è anche l'alto rischio di episodi di macellazione clandestina, magari nel giardino di casa, soprattutto quando privati detengono pecore non identificate e registrate.
Grazie alla segnalazione degli attivisti della Sede LAV di Rovigo e all'intervento delle autorità preposte, la pecora è stata salvata da una probabile macellazione clandestina.
Un caso fortunato fra tantissimi tragici, che incontrano una morte in cui non viene neanche risparmiata alcuna sofferenza.
È importante, infatti, ricordare che, nel rispetto delle scelte religiose, uno Stato può prevedere lo stordimento obbligatorio degli animali nella macellazione.
Lo ha stabilito la Corte di Giustizia dell'Unione Europea che, dando ragione anche agli avvocati di Eurogroup for Animals, coalizione di cui la nostra Associazioni fa parte, nella sentenza del 17 dicembre 2020 nella causa C‑336/19 ha riconosciuto il diritto di uno Stato membro di richiedere, nel contesto della macellazione rituale, uno “stordimento reversibile e non letale”.
Il principio della tutela degli animali - poiché la mancanza di stordimento causa loro ulteriori sofferenze evitabili, come riportano tutti gli studi veterinari autorevoli – può quindi far superare precetti religiosi, adeguandosi al comune sentire della stragrande maggioranza dei cittadini.
Ricordando che le scelte alimentari senza crudeltà
possono essere fatte da tutti, a prescindere dalla religione o meno di
appartenenza, riteniamo fermamente che l'Italia debba seguire l'esempio
di altri Paesi europei come Belgio, Austria, Danimarca, Svezia che hanno
previsto – grazie alla possibilità esplicita prevista dal Regolamento
europeo 1099 del 2009 – come la Svizzera fa dagli inizi del ‘900, almeno
lo stordimento preventivo obbligatorio per le macellazioni effettuate con rito
islamico ed ebraico.
Chiediamo inoltre che questo obbligo venga esteso a tutte le macellazioni,
anche quelle non rituali di volatili e conigli, cosiddetti animali “da
cortile”, che oggi purtroppo possono essere realizzate senza stordimento
preventivo, aumentando così la sofferenza degli animali che vengono macellati
per “consumo familiare”.
LA REVISIONE DELLA NORMATIVA
La revisione della legislazione UE per maggiori tutele per
gli animali (condizioni di allevamento, macellazione e trasporto) annunciata
dalla Commissione Europea nel 2020 era prevista entro la fine del 2023, ma , tuttavia,
negli ultimi mesi si è verificato un cambio di rotta. Non c'è infatti traccia
della proposta di revisione delle norme di protezione degli animali in
allevamento e al momento della macellazione nel programma di lavoro per il
2024. Anche se è stata pubblicata una proposta di revisione della normativa sul
trasporto, la mancanza delle proposte sulle condizioni di allevamento e
macellazione è gravissima.
È importante continuare a chiedere agli europarlamentari che già si sono impegnati nel firmare i punti programmatici di Vote for Animals e anche alla Presidenza che si insedierà, di rispettare le volontà dei cittadini europei e gli impegni presi dall'Europa e lavorare ad una normativa che tuteli maggiormente gli animali in allevamento.
Nel frattempo, tu cosa puoi fare?