Home | Notizie | Caccia ai lupi: il Parlamento Europeo approva la Risoluzione per dare avvio agli abbattimenti

Caccia ai lupi: il Parlamento Europeo approva la Risoluzione per dare avvio agli abbattimenti

Ma il Comitato della Convenzione di Berna dice no alla richiesta di abbassare lo status di protezione.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 30 novembre 2022

Topic


Condividi

Il Comitato della Convenzione di Berna dice no alla richiesta di abbassare lo status di protezione del lupo

Pochi giorni fa il Parlamento Europeo ha votato una risoluzione con la quale richiede alla Commissione Europea di verificare la possibilità di ridimensionare lo stato di tutela del Lupo a livello comunitario.

Tempo perso, la risposta arriva indirettamente e a stretto giro dal Comitato della Convenzione di Berna, di cui l’Italia è membro e nota anche come la Convenzione per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa, elaborata nel 1979 e recepita in Italia con la legge n. 503 del 1981, riunitasi ieri per rispondere alla stessa domanda posta dalla Svizzera. L’esito del confronto è tanto inequivocabile quanto netto: 30 componenti il Comitato permanente hanno risposto con un secco no, a fronte dei soli 6 favorevoli ad avviare gli abbattimenti dei Lupi.

L’indicazione che esce dalla Convenzione di Berna non lascia spazio alle interpretazioni e rispedisce al mittente la risoluzione approvata dal Parlamento Europeo con il supporto di tanti eurodeputati italiani sostenitori delle frange più estremiste di cacciatori e allevatori, quelli che non vogliono dotarsi degli strumenti di prevenzione delle predazioni.

Siamo estremamente felici di questa netta presa di posizione della Convenzione di Berna che ribadisce ancora una volta la necessità di garantire la rigida tutela del Lupo. Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali Selvatici

Ora chiediamo che il Ministro Lollobrigida prenda atto della situazione evitando di farsi circuire dalle richieste provenienti dagli allevatori e dagli eurodeputati, in particolare quelli altoatesini. Solo l’attuazione di rigorose misure di prevenzione delle predazioni che, lo ricordiamo, sono in larga parte regalate agli allevatori, può favorire la convivenza tra i Lupi e le attività umane che si svolgono sui loro territori.


Ripercorri la storyline

martedì 29 novembre 2022

Predazioni da lupo in Provincia di Bolzano irrilevanti ma strumentalizzate da allevatori e media

0,4% e 0,006%, sono questi i due numeri che emergono da una ricerca effettuata dalla LAV sulla base dei dati richiesti alla Provincia Autonoma di Bolzano e che fotografano la situazione delle predazioni da Lupo registrate tra gennaio e novembre 2022. La prima cifra si riferisce al numero di ovicaprini predati rapportati al totale di animali della stessa specie allevati a livello provinciale. Il secondo numero è invece riferito ai bovini.

Si tratta di cifre accessibili a chiunque sul sito istituzionale dell’Amministrazione provinciale che certificano l’irrilevanza del fenomeno delle predazioni da Lupo registrate in Alto Adige. Un fenomeno che viene però strumentalmente utilizzato dalle associazioni degli allevatori, sostenute da una consistente rappresentanza dei media provinciali, con lo scopo di creare disagio e preoccupazione tra i cittadini del tutto ingiustificato.

Ma per ottenere un quadro definitivo, oltre a questi numeri bisogna analizzare quelli riferiti agli strumenti di prevenzione utilizzati dagli allevatori proprio per ridurre i rischi di predazione negli allevamenti. Si tratta in particolare delle recinzioni elettrificate che la Provincia Autonoma di Bolzano fornisce a titolo gratuito a qualsiasi allevatore ne faccia richiesta. Ebbene nel 2022, a fronte di ben 1.488 malghe e pascoli utilizzati sul territorio provinciale, i recinti antipredazione in carico agli allevatori erano solamente 33, per i quali l’Amministrazione provinciale non ne ha comunque verificato l’installazione e il corretto utilizzo.

Nel corso dell’audizione tenuta oggi pomeriggio presso le Commissioni Agricoltura riunite di Camera e Senato, il Ministro Lollobrigida ha illustrato le linee programmatiche del suo Ministero tra le quali ha incluso, evidentemente per ingraziarsi il plauso degli allevatori, anche il suo proposito di intervenire sulla Direttiva habitat. Un’affermazione che riporta alle posizioni espresse pochi giorni fa dal Ministro proprio a Bolzano in relazione all’uccisione dei Lupi.

Se invece di farsi influenzare dagli slogan gridati dagli allevatori alto atesini e amplificati dai media locali compiacenti, il Ministro Lollobrigida analizzasse i dati oggettivi come abbiamo fatto noi, scoprirebbe che il fenomeno delle predazioni perde di qualsiasi rilevanza, facendo emergere allo stesso tempo le gravi responsabilità dei singoli allevatori che ancora oggi rifiutano l’adozione degli strumenti di prevenzione delle predazioni lasciando incustoditi gli animali negli allevamenti. Massimo Vitturi, Responsabile LAV Animali Selvatici

E’ la stessa Direttiva Habitat che consente di applicare le deroghe alla protezione dei Lupi, ma per farlo bisogna prima di tutto dimostrare che ogni soluzione alternativa è del tutto inefficace. Soluzioni che a Bolzano non vogliono neppure provare.

Chiediamo perciò che il Ministro Lollobrigida, prima di parlare di qualsiasi ipotesi di modifica della Direttiva Habitat, si faccia lui stesso garante dell’applicazione di tutti i sistemi di prevenzione, con puntuale verifica del loro corretto utilizzo da parte degli allevatori. LAV


CHIUDI

venerdì 25 novembre 2022

Il Parlamento Europeo approva risoluzione per aprire la caccia ai lupi

Il 24 novembre il Parlamento Europeo ha adottato una risoluzione che mira a ridurre lo stato di protezione dei Lupi. Il documento originario, approvato a maggioranza con 306 voti a favore, 225 contrari e 25 astenuti, nel corso del dibattito parlamentare è stato integrato con gravissimi emendamenti che chiedono di declassare lo stato di conservazione dei Lupi ai sensi della convenzione di Berna, favorendo allo stesso tempo una maggiore applicazione delle deroghe alla protezione, già oggi previste nella stessa Direttiva Habitat.

Dal punto di vista politico si tratta di una vittoria dei deputati conservatori rappresentati dal Partito Popolare europeo, dai Conservatori e Riformisti europei, del gruppo Identità e democrazia e di numerosi deputati del gruppo liberale Renew Europe, quindi di eurodeputati italiani di Forza Italia, SVP, Fratelli d’Italia, Lega e Azione-Italia Viva.

Approvando questa risoluzione il Parlamento Europeo chiede alla Commissione di:

"Sviluppare senza indugio una procedura di valutazione che consenta di modificare lo stato di protezione delle popolazioni in determinate regioni non appena è stato raggiunto lo stato di conservazione desiderato."

Quindi la risoluzione non chiede alla Commissione europea di declassare lo status di protezione dei lupi da “protezione rigorosa” a “protezione”, ricollocando la specie dall'allegato IV all'allegato V della Direttiva Habitat, ma si tratta comunque di una richiesta gravissima che mette a forte rischio la vita di migliaia di lupi.

Cacciatori e allevatori, legati dalla loro crociata anti-lupo, cantano vittoria.

Per i cacciatori significa togliersi di torno un animale che compete con il loro sanguinario passatempo. Il lupo, infatti, con la sua naturale attività predatoria consente di mantenere un habitat sano e perfettamente in equilibrio, cosa che i cacciatori hanno sempre provato a intestarsi nel goffo tentativo di rendere più tollerabile la loro attività, avversata dalla stragrande maggioranza dei cittadini, giungendo ad inventarsi la favola del cacciatore-ambientalista, oggi definitivamente smascherata.

Per gli allevatori, da sempre fortemente contrari all’adozione dei sistemi di prevenzione delle predazioni e in questo supportati dalle loro associazioni di categoria, significa continuare a sfruttare milioni di animali per il loro latte e la loro carne, destinandoli in ogni caso a un macello.

Le esperienze di alcuni Stati europei dimostrano chiaramente che le uccisioni dei lupi non hanno impatti significativi sulle predazioni. Chiediamo quindi al Ministro Pichetto Fratin che prima di qualsiasi decisione cruenta sia verificato il grado di diffusione e il corretto utilizzo dei sistemi di prevenzione delle predazioni tra gli allevatori. Massimo Vitturi , Area Animali Selvatici

Come emerge dallo studio recentemente pubblicato da ISPRA “Stima dell’impatto del lupo sulle attività zootecniche in Italia. Analisi del periodo 2015 – 2019”, sono solo una minoranza gli allevamenti a livello nazionale che lamentano la maggior parte delle predazioni, risultando quindi i primi sui quali avviare un’azione di verifica e ai quali chiedere eventualmente conto della mancata attivazione degli strumenti di prevenzione.



CHIUDI