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Siena: fantino condannato in via definitiva in Cassazione per maltrattamento di animali 

Sentenza storica che squarcia il velo della tradizione.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 16 febbraio 2024

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Si è tenuta ieri presso la Corte di Cassazione l’udienza del processo a carico di Luigi Bruschelli, conosciuto con il nome di Trecciolino nel mondo delle corse come il palio di Siena.
La condanna a 7 mesi è stata confermata.

La Corte ha rigettato il ricorso di Bruschelli avverso alla sentenza di condanna per maltrattamento di animali ricevuta in secondo grado di giudizio, dichiarando pertanto l’irrevocabilità della sentenza e della sua responsabilità penale per aver "con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, maltrattato senza necessità, ovvero detenuto in condizioni incompatibili con la loro natura i cavalli Mocambo (positivo a fenilbutazone, ossifenilbutazone, flunixin, desametasone), S’Othierusu (positivo a ossifenilbutazone, flunixin), Fulmine Femmina (positiva a ossifenilbutazone, flunixin), che il Bruschelli presentava e faceva partecipare alle attività ufficiali di addestramento organizzate dal Comune di Siena per i cavalli in vista dei Palii del 2016, avendo preventivamente somministrato loro, in difetto di speciale abilitazione veterinaria (art. 348 c.p.), un cocktail di farmaci prevalentemente antinfiammatori (quali gli steroidei desametasone e prednisolone e i non steroidei fenilbutazone e flunixin): farmaci somministrati in dosi inferiori alla dose terapeutica consigliata, al fine di eludere i controlli antidoping, ma la cui combinazione era in grado di determinare un aumento delle performance sportive".


Ci siamo costituiti parte civile e negli anni abbiamo portato avanti una strenua battaglia legale, per rendere giustizia a tutti quei cavalli che vengono sfruttati e maltrattati per una anacronistica e violenta corsa che nulla ha a che fare con l’amore e il rispetto per gli equidi.  

È una sentenza storica, che vede finalmente condannato il fantino Luigi Bruschelli detto Trecciolino in via definitiva, ovvero colui che pur di vincere ed essere osannato dalla gloria del Palio di Siena, ha drogato i cavalli con farmaci somministrati in dosi inferiori alla dose terapeutica consigliata, al fine di eludere i controlli antidoping, ma la cui combinazione era in grado di determinare un aumento delle performance sportive.Gianluca Felicetti, Presidente LAV


Questa condanna deve far riflettere  sulla necessità che vengano abolite manifestazioni e competizioni che prevedono l’utilizzo di animali, la cui tutela è da ritenersi prevalente rispetto al valore storico di dette manifestazioni, partendo dai prossimi atti normativi dovuti da parte del Ministro della Salute Schillaci e del Sottosegretario Gemmato.

Ringraziamo sentitamente l’avvocato Raffaella Sili per l’assistenza legale.