Le competizioni con e tra animali sono crudeli, anacronistiche e diseducative.
Il Palio dell'Oca, quest'anno alla trentacinquesima edizione, è un appuntamento molto atteso a Polaveno, in provincia di Brescia.
La crudele ‘competizione' tra animali che viene organizzata il 28 luglio, nell'ambito delle celebrazioni della festa patronale di San Nicola e Sant'Anna, vede le oche forzate a correre il più velocemente possibile lungo un percorso stabilito, mentre gli spettatori intorno le incitano con urla e schiamazzi.
L'oca è un animale che non percorre naturalmente lunghi tragitti correndo, a meno che non stia fuggendo da un pericolo: l'obbligo a correre la pone in uno stato di grande stress e sofferenza. Le azioni messe in atto per direzionare le oche sul percorso - spingendole verso il centro - e aumentarne la rapidità di corsa possono essere causa di ulteriori paura e ansia.
Abbiamo diffidato il Sindaco di Polaveno a non utilizzare alcun animale durante le manifestazioni della festa patronale di San Nicola e Sant'Anna e a non consentire lo svolgimento del Palio dell'Oca, nel pieno rispetto della normativa vigente a tutela del benessere animale.
Il Sindaco è responsabile del benessere degli animali presenti sul territorio e gli spetta una posizione di garanzia rilevante da un punto di vista penale.
Ricordiamo che numerosi comuni hanno sostituito gli animali vivi con esseri umani travestiti da animali o con fantocci. Recentissimo è il caso del comune di Roccavaldina (ME) che ha annullato la sfilata di un vitello incitato dalla folla, durante la festa patronale in programma per i giorni dal 1° al 4 agosto.
Utilizzare animali nelle feste popolari è un gesto diseducativo che induce al disconoscimento di messaggi di sofferenza, ostacola lo sviluppo dell'empatia e sollecita una risposta incongrua, divertita alla pena, al disagio, all'ingiustizia.
Le feste popolari e le sagre con animali sono in contrasto con la normativa e con il sentire della maggioranza delle persone, e come elemento comune hanno il maltrattamento, non dimentichiamolo.
Le tradizioni dovrebbero unire e celebrare la vita, non causare dolore e sofferenza. Il cambiamento è possibile e necessario, e noi lo favoriremo con tutte le nostre forze.