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Palii: quando il folklore sacrifica gli animali

Questi spettacoli di sfruttamento animale devono diventare un ricordo del passato.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 20 gennaio 2025

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Un futuro senza palii

Il 19 gennaio, con il Palio di Buti, si è aperta la stagione delle manifestazioni popolari in Italia, una serie di eventi che ogni anno coinvolgono centinaia di cavalli e asini, sfruttati in competizioni in cui l’interesse per la tradizione prevale su qualsiasi forma di rispetto per la loro vita e dignità.

Il Palio di Buti, che dal 2004 ha visto la morte di tre cavalli, è solo uno dei circa 300 eventi che, sotto l’etichetta del “folklore”, perpetuano pratiche anacronistiche e violente.

Queste manifestazioni si inseriscono in un quadro culturale complesso, in cui le radici storiche vengono spesso usate per giustificare il mantenimento di usanze che oggi non trovano più alcuna legittimazione etica. Non c’è nulla di “tradizionale” nel costringere un animale, privo di scelta, a correre su percorsi spesso inadatti e pericolosi, tra folle urlanti e contesti estranei alla loro natura.

IL RINNOVO DELL'ORDINANZA
Il 17 gennaio il Ministero della Salute ha emanato una nuova Ordinanza, la precedente era scaduta il 2 dicembre scorso, che disciplina delle manifestazioni popolari, pubbliche o private, nelle quali vengono impiegati equidi al di fuori degli impianti e dei percorsi ufficialmente autorizzati, un atto dovuto per fornire almeno misure minime di riferimento per la sicurezza di animali, fantini e pubblico.

AGIAMO OGGI PER ABOLIRE DOMANI

Nel 2025, parlare di palii significa confrontarsi con un paradosso: da una parte, la crescente consapevolezza etica verso gli animali e i loro diritti; dall’altra, l’inerzia di un sistema legislativo che continua a tollerare – e talvolta celebrare – il loro sfruttamento.

L’articolo 9 della Costituzione, aggiornato per includere la tutela degli animali, dovrebbe essere un faro guida per una transizione verso il superamento di queste pratiche.

Noi di LAV abbiamo sempre ribadito la sua posizione abolizionista rispetto alle manifestazioni che implicano lo sfruttamento degli animali.
I palii e le giostre non hanno posto in una società che si dichiara rispettosa dei diritti di tutti gli esseri senzienti.

Per questo, pur senza avallare in alcun modo tali manifestazioni, chiediamo l’atteso, ormai da tre anni, Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che superi l’Ordinanza e sancisca regole severe e applicabili, a tutela degli animali e della sicurezza pubblica.

UN FUTURO SENZA PALII
Il nostro obiettivo rimane chiaro: lavorare affinché questi spettacoli di sfruttamento animale diventino un ricordo del passato. Le tradizioni non possono e non devono essere un alibi per ignorare il progresso etico e il riconoscimento dei diritti degli animali.
La vera evoluzione di una società si misura dalla capacità di abbandonare le pratiche che infliggono sofferenza e morte, in favore di manifestazioni che celebrino la cultura e la storia senza sacrificare vite innocenti.

Nadia Zurlo - Responsabile LAV Area Equidi