Il packaging in Mater-Bi, bioplastica sviluppata da Novamont e utilizzata anche per avvolgere alcuni periodici, tra cui la rivista Impronte della LAV, è un imballaggio ideato per adattarsi ai principi della bioeconomia circolare e progettato per ridurre l'impatto ambientale.
Un imballaggio ideato per adattarsi ai principi della bioeconomia circolare e progettato per ridurre l'impatto ambientale sia nella fase di produzione, grazie alla riduzione delle emissioni di CO2, sia nel fine vita, grazie al suo conferimento nella frazione organica.
Stiamo parlando del packaging in Mater-Bi: versatile bioplastica sviluppata da Novamont e utilizzata anche per avvolgere e tutelare alcuni periodici, tra cui la rivista Impronte della LAV.
Ottenuto dalla lavorazione dell'amido di mais e di altri oli vegetali, il biopolimero viene impiegato per la realizzazione di diverse applicazioni che, se correttamente smaltite nell'umido e avviate agli impianti industriali di compostaggio, potranno trasformarsi in ottimo ammendante per le coltivazioni e per la rigenerazione del suolo.
Tutti i prodotti in bioplastica, e quindi anche quelli in Mater-Bi, devono riportare i marchi di certificazione che ne garantiscono la qualità, nonché la conformità alla norma UNI EN 13432 dedicata proprio agli imballaggi biodegradabili e compostabili.
Non solo il produttore e l'ente certificatore, ma anche il consumatore gioca un ruolo determinante affinché vengano commercializzati prodotti regolari: ciascun acquirente, infatti, deve sempre verificare la presenza dei suddetti marchi.
Inoltre, secondo studi recenti, pare che gli utenti, sempre più informati ed esigenti in materia di responsabilità ambientale, preferiscano orientare i loro acquisti a favore delle aziende che si impegnano per la circolarità e sostenibilità dei prodotti e delle confezioni: notizie confortanti, anche alla luce dell'auspicata transizione ecologica.