Esprimiamo rammarico per il respingimento delle proposte della Commissione Ambiente del Parlamento Europeo di tagliare, nell'ambito della revisione della PAC, i sussidi agli allevamenti e delusione per l'adozione di un accordo che non cambia la situazione attuale di ampi finanziamenti alle lobby dell'agribusiness.
I ministri dell'agricoltura dell'Unione Europea, inoltre, si sono accordati su una percentuale del 20% della dotazione nazionale degli aiuti diretti versato in favore di pratiche agronomiche verdi, che riteniamo non sufficiente a incentivare il percorso verso un futuro davvero sostenibile
La riforma della PAC deve rappresentare il passo decisivo verso un vero cambiamento di direzione, l'occasione per ridurre, se non bloccare, i finanziamenti pubblici alla zootecnia intensiva e favorire le attività che rappresentano un'alternativa alla distruzione del Pianeta.
Con la consapevolezza dei costanti danni che gli allevamenti comportano in termini di inquinamento, riscaldamento globale, utilizzo delle risorse e rischi per la salute pubblica, l'allocazione dei sussidi deve essere sterzata in una direzione veramente green,che contrasti in primo luogo l'impero della zootecnia.
Eppure, emerge un elemento positivo che riguarda la lunga e articolata battaglia contro le sovvenzioni alla tauromachia, di cui ci siamo fatti portavoce lo scorso giugno con un'investigazione internazionale, che ci ha visti protagonisti insieme alle associazioni Animal Guardians e AVATMA .
La maggioranza dei parlamentari europei ha concordato sul fatto che l'UE non debba finanziare l'allevamento di tori per la corrida, disponendo la progressiva riduzione dei sussidi al settore.
Un primo traguardo nella pesante ma decisa corsa verso la diminuzione, e si spera, l'annullamento di ogni sostegno a questa pratica crudele e anti-economica, che deve essere superata definitivamente.