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Orso vicino ai cassonetti: Provincia di Trento ci risponde e accampa scuse

L'amministrazione vuole per nascondere la sua incapacità nel progettare la coesistenza con gli orsi.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 20 febbraio 2025

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Animali selvatici

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L'amministrazione provinciale si attivi subito per risolvere le palesi criticità

A poche ore dalla nostra denuncia pubblica dell'ennesimo caso di orso attirato in aree abitate a causa della malagestione dei rifiuti, la Provincia autonoma di Trento ha tenuto a replicarci con grande solerzia, la stessa che dovrebbe avere nell'implementazione delle misure per prevenire gli incidenti con i plantigradi.

L'amministrazione provinciale ha specificato che l'orso in questione ha rovistato in un bidone per l'umido di un privato, scaricando vergognosamente la responsabilità sui cittadini.

Tuttavia, constatare dopo vent'anni di gestione provinciale della coesistenza con gli orsi che le abitudini delle persone non sono mai cambiate, che continuano a comportarsi come se questi animali non fossero presenti sul territorio, non è altro che un chiaro sintomo del fallimento totale della Provincia.

È il naturale esito del suo scarso, pressoché inesistente come dichiarato da molti esperti, impegno per educare la cittadinanza affinché sia preparata a condividere gli spazi con gli orsi.

In seguito, la Provincia esalta il proprio sistema di gestione dei rifiuti, sottolineando che il piano di adeguamento alla presenza dell'orso è stato avviato addirittura 14 anni fa. Ad ogni modo, a riprova dell'inaccettabile pressapochismo gestionale, in Orsi Problematici in Provincia di Trento, rapporto tecnico pubblicato nel 2021 dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e dal Museo delle Scienze di Trento, si legge che: “il Servizio competente della Provincia sta procedendo a sostituire i bidoni forniti sino ad ora (…) con grandi campane in metallo con apertura a chiavetta, di fatto dei veri e propri bidoni a prova di orso, a differenza dei primi” . (1)

Inoltre, la sostituzione dei bidoni dell'organico in Trentino non sarà conclusa prima del 2028: evidentemente la Provincia ritiene troppo costoso sborsare il prima possibile pochi milioni di euro per garantire la sicurezza dei propri cittadini, nonostante spenda volentieri cifre analoghe ogni anno sparando neve artificiale per affollare le montagne trentine di turisti.

È emblematica la fotografia scattata lo scorso 16 agosto a un bidone situato proprio a Lagolo, frazione di Mandruzzo in cui il 7 gennaio è stato avvistato l'orso che rovistava dalla spazzatura. Da un lato dimostra che nella zona ci sono ancora cestini pubblici accessibili agli orsi e dall'altro palesa l'inconsapevolezza dilagante tra i cittadini riguardo alla corretta gestione dei rifiuti, due enormi carenze imputabili esclusivamente alle manchevoli politiche dell'amministrazione provinciale.Federico Crisetig, Area Animali Selvatici LAV

Ormai è chiara a tutti la perversa strategia della Provincia autonoma di Trento: non prevenire le criticità, ma lasciare che si verifichino accampando giustificazioni irricevibili per poi invocare a gran voce il ricorso ai fucili, illudendo i cittadini che questo sia un metodo sensato per garantire la loro sicurezza.

Noi di LAV continueremo a opporci con ogni strumento a nostra disposizione a questo becero approccio demagogico, inutile e ingiusto tanto nei confronti degli orsi tremendamente ammazzati quanto nei confronti dei cittadini esposti a rischi facilmente prevenibili.

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(1) ISPRA – MUSE, 2021. Orsi problematici in provincia di Trento. Conflitti con le attività umane, rischi per la sicurezza pubblica e criticità gestionali. Analisi della situazione attuale e previsioni per il futuro. Rapporto tecnico, p.10.