Come successe per l'orso M57 nell'estate del 2020 un altro orso sta per finire nel mirino della Giunta Fugatti nel comune di Andalo. Si tratta del giovane orso M62, fratello di M57 che sta scontando l'ergastolo in una delle gabbie del Casteller. A mettere a serio rischio la sua vita questa volta non è stato uno scontro con un essere umano bensì l'abitudine sviluppata da M62 di procacciarsi cibo nei cassonetti dei rifiuti.
L'analogia con la storia di M57 appare estremamente chiara. M57, dopo lo scontro con un carabiniere nei pressi del laghetto di Andalo, fu catturato nella notte mentre si alimentava in un cassonetto dei rifiuti organici. Nonostante ciò, a quasi un anno di distanza, basta ancora un breve giretto nei dintorni di Andalo e nel paese, per rendersi conto che la maggior parte dei cassonetti dei rifiuti non è minimamente protetta dai plantigradi.
"E' certo e provato come il cibo sia una fonte attrattiva potentissima per gli animali selvatici e chiaramente anche per gli orsi - dichiara Simone Stefani, responsabile della Sede di Trento della LAV - è da questo fattore che deve partire un'adeguata attività di prevenzione che possa garantire sicurezza a cittadini ed orsi, a differenza di inaccettabili linee guida che intervengono tardivamente senza minimamente incidere sulle cause che possono rendere un orso confidente".
La sostituzione dei cassonetti esistenti con idonei cassonetti anti-orso è un percorso che la Provincia ha iniziato nel 2009, ma tutt'ora non solo non è ultimata bensì gravemente in ritardo. Il caso di M62 evidenzia l'inefficienza della Provincia che ad un anno dall'incidente di M57 non ha ancora provveduto alla sostituzione dei cassonetti nel comune di Andalo.
"Anche sulla raccolta porta a porta che molti comuni adottano vanno fatti dei correttivi. In zona di montagna lasciare i rifiuti fuori dalla porta non è una corretta abitudine e gli orsi imparano in fretta i giorni in cui possono trovare cibo gratis"