Leggiamo sui quotidiani di oggi stralci della lettera che chiede all'amministrazione provinciale di assumersi la responsabilità della tragedia.
I quotidiani di oggi riportano gli stralci di una lettera del papà di Andrea Papi che ancora una volta chiede all’amministrazione provinciale di farsi carico delle proprie dirette responsabilità nella tragedia che ha colpito la sua famiglia. Senza mezzi termini, senza alcun astio ma con la certezza di essere dalla parte della ragione, chiede le dimissioni del Presidente Fugatti, dell’assessora Zanotelli, del Dirigente De Col e del Dirigente del settore foreste Giovannini, perché secondo lui responsabili di “non aver allertato i cittadini del pericolo che incombeva sopra il nostro abitato con idonei cartelli e di grave pericolo interdendo le strade forestali con apposite transenne di chiusura: se ciò fosse avvenuto, mio figlio Andrea, oggi sarebbe ancora con noi”.
Si tratta di misure che sono adottate in tutte le
aree del mondo con presenza di orsi e che la LAV propose, assieme ad ulteriori
altre, all’attenzione degli stessi Zanotelli, De Col e Giovannini in un
incontro tenutosi presso gli uffici dell’assessora provinciale il 1° giugno
2021.
In quell’occasione presentammo un documento che riportava tutte le misure di prevenzione presentate al convegno organizzato dalla LAV il 17 aprile 2021 da relatori canadesi e statunitensi forti di esperienze pluridecennali sul tema della convivenza pacifica ma nessuna delle alte cariche politiche e tecniche presenti dimostrò il minimo interessamento alle nostre proposte.
In particolare, l’indicazione presentata alla Provincia per la gestione dei sentieri riportava testualmente: Si devono prevedere apposizione di avvisi e specifica attività informativa a titolo preventivo. In particolare nelle aree dove si sia verificata un’interazione uomo-orso e nelle zone frequentate da mamme accompagnate dai cuccioli. Prevedere protocolli standardizzati per il posizionamento rapido della segnaletica e la diffusione delle informazioni in raccordo con il programma di coinvolgimento dei cittadini. Fino a prevedere chiusure dei sentieri al fine di ridurre le attività umane nelle zone maggiormente frequentate dagli orsi.
Indicazioni che la provincia di Trento, con la consueta arroganza sempre dimostrata sul fronte della convivenza con gli animali selvatici, non ha neppure preso in considerazione.
Abbiamo depositato una memoria alla Procura di Trento e siamo a disposizione della Magistratura nel caso in cui ritenesse che le nostre proposte inviate alla Provincia possano in qualche modo aiutare a far emergere le eventuali responsabilità anche in relazione al conseguente mancato interesse dimostrato dai vertici politici e tecnici della Provincia di Trento rispetto alle misure di prevenzione proposte.