Dichiarazione della LAV:
“La campagna anti orso del Presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, con la sua “chiamata alle armi” contro gli orsi - prima immessi sul territorio e ora definiti pericolosi -, fino a chiedere l’autorizzazione a ricorrere a spray urticanti, sono la conferma plateale che la gestione della fauna, e nello specifico della fauna particolarmente protetta, non può essere delegata a politiche improvvisate e da far west, contrarie alla tutela della biodiversità, dell’ambiente e all’interesse di tutti i cittadini.”
“La LAV è certa che il Ministro dell’Ambiente non concederà alcuna deroga, né alla normativa per prevedere catture e abbattimenti di orsi, né al Pacobace (Piano d'azione interregionale per la conservazione dell'orso). L’apertura di un tavolo di lavoro sul tema che permetta di ridiscutere normative e procedure d'intervento sarebbe ‘un tavolo con sole due gambe’ se limitato al solo Ministero dell’Ambiente e alla Provincia di Trento: chiediamo che Associazioni qualificate come la LAV, riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente, siano democraticamente chiamate a far parte di questo tavolo di lavoro per arrivare a una soluzione condivisa”.
“La letteratura scientifica sulla materia è corposa, e chiarisce che l’orso in caso di incontro con l’uomo si sente minacciato, tanto più se in presenza di cucciolate come accaduto a Daniza, narcotizzata e così uccisa. Il Presidente Rossi e il Ministro dell’Ambiente si assumano le loro responsabilità per le immissioni sul territorio di questi plantigradi, per la mancanza di una capillare campagna di informazione alla popolazione circa le regole di buona convivenza, per l’assenza di una gestione politica e ambientale rigorosa che ci vede inquilini dello stesso ambiente: gli orsi non sono pedine usa e getta.”