Home | Notizie | Orsi: cartelli informativi utili per la coesistenza pacifica con gli orsi ma non sufficienti

Orsi: cartelli informativi utili per la coesistenza pacifica con gli orsi ma non sufficienti

Lo sforzo della Provincia di Trento per l'informazione della cittadinanza non deve esaurirsi con la mera installazione di cartelloni.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 28 agosto 2024

Topic


Condividi

Necessario valorizzare la coesistenza e il diritto degli orsi a vivere liberi e sicuri

Quest'estate la Provincia Autonoma di Trento ha finalmente avviato l'installazione di una nuova cartellonistica mirata a informare gli avventori dei boschi sui comportamenti da attuare per prevenire e gestire gli incontri con gli orsi.

Il gran numero di cartelli supplisce ai pochi, minuscoli avvisi adibiti al medesimo scopo posizionati precedentemente.

Anche se realizzato con estremo ritardo dopo vent'anni di pressapochismo e dopo i continui solleciti fatti da LAV, si tratta indubbiamente di un passo avanti verso una coabitazione consapevole e rispettosa tra cittadini e plantigradi. I cartelloni informativi sono considerati uno strumento utile per convivere con gli orsi e sono utilizzati allo scopo in tutto il mondo.

La coesistenza con gli orsi, e con gli animali selvatici in generale, è un tema complesso che richiede un approccio sistemico per concretizzarla pienamente.

Non esistono formule univoche, esaustive, ma serve un insieme di operazioni coordinate per raggiungerla, ad esempio:

  • l'impiego diffuso del bear spray con relativa informazione d'uso
  • la chiusura di aree in determinate situazioni e periodi dell'anno,
  • l'installazione di cassonetti a prova di orso.

Lo stesso adeguamento della raccolta dei rifiuti deve essere inserito in più ampio progetto di rimozione di ogni fonte alimentare umana, tra cui spiccano le mangiatoie sparse nei boschi dai cacciatori per alimentare gli ungulati in modo da avere più “capi” a cui sparare la stagione venatoria successiva, poiché è fondamentale impedire agli orsi di alimentarsi da cibo antropico o in aree utilizzate dalle persone per prevenire la perdita della spontanea diffidenza che nutrono nei nostri confronti, come ribadito in innumerevoli occasioni dall'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale.

Lo sforzo dal punto di vista dell'informazione della cittadinanza non può quindi esaurirsi nella mera installazione di cartelloni.

Per quanto risulti fondamentale rendere le persone consapevoli dei rischi e offrire loro strumenti per evitarli e gestirli, una comunicazione fondata esclusivamente sulla rappresentazione degli orsi come una minaccia, al meglio un disturbo, non può creare e sostenere l'accettazione sociale nei confronti di questi animali.

Proprio riguardo a questa tematica l'impegno dell'amministrazione pubblica risulta ancora totalmente inadeguato: basti pensare che la Provincia dal 2020 non organizza più incontri ed eventi riguardo ai grandi carnivori, a meno che non siano esplicitamente richiesti dal territorio, nonostante il ruolo fondamentale svolto da questa tipologia di attività per il coinvolgimento delle comunità valligiane nella conservazione faunistica.

Da quest'anno la giunta provinciale ha inoltre costretto il Parco Adamello Brenta a cancellare l'attività dei Bear Ambassador svolta in collaborazione con LAV, grazie alla quale i nostri volontari formati dagli esperti del Parco si interfacciavano direttamente e con gli escursionisti per sensibilizzarli sulle pratiche per favorire la coesistenza pacifica con gli orsi.

Insomma, seppur necessaria, l'installazione dei cartelli non basta per offrire ai cittadini i mezzi per comprendere, evitare e affrontare determinati rischi, in quanto questa attività se resta isolata si configura come un espediente che rischia soltanto di alimentare la preoccupazione e l'intolleranza.

L'amministrazione provinciale a meno di importanti passi in avanti, non può deresponsabilizzarsi qualora avvengano ulteriori incidenti.

L'orso non deve essere ridotto a un problema, a una presenza ingombrante, dannosa e pericolosa, ma deve essere conosciuto e apprezzato dalle comunità con cui condivide gli spazi

La coesistenza deve essere quindi valorizzata sia ribadendo l'importante ruolo che questa specie riveste nella conservazione dell'ecosistema alpino, ma soprattutto riconoscendo il diritto di questi individui senzienti non umani di vivere liberi e sicuri nei boschi del Trentino.