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Storica vittoria giudiziaria per gli orsi trentini

Il Consiglio di Stato conferma e rafforza il diritto alla vita che la legge italiana offre ai plantigradi.

Leggi la storia di F36

Ultimo aggiornamento

giovedì 14 novembre 2024

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L'orsa F36 non si è resa responsabile di un'aggressione

Grazie al ricorso promosso da LAV e da altre associazioni, nella giornata di ieri il Consiglio di Stato, la massima autorità della giustizia amministrativa italiana, ha emesso una sentenza epocale a favore della protezione degli orsi trentini.

Il caso attenzionato dai giudici riguardava F36, orsa che si era sempre tenuta a debita distanza dalle persone prima del 30 luglio dello scorso anno, quando è stata svegliata da due cacciatori mentre dormiva nel bosco con il suo cucciolo.  I due sprovveduti sono stati percepiti da F36 come una minaccia, ma hanno reagito alla prevedibile, normale reazione difensiva di mamma orsa in maniera del tutto scriteriata, ovvero fuggendo, arrampicandosi, gridando, arrivando fino a bastonarla.

Nonostante l'evidente incapacità dei due ragazzi di attenersi alle norme comportamentali per prevenire e gestire l'incontro con un plantigrado, fortunatamente l'orsa è fuggita dopo pochi secondi senza aver ferito nessuno.

Anche se la chiara responsabilità delle persone coinvolte nell'incidente dimostra la totale innocuità di F36, che si è semplicemente comportata come avrebbe fatto ogni altro orso, la Provincia di Trento non ha esitato a proclamare la grave pericolosità di mamma orsa per poterla poi condannare a morte.

Tuttavia, non è stato possibile attuare il decreto di uccisione: F36 è stata trovata esanime nel settembre dello scorso anno, fucilata da un bracconiere probabilmente indottrinato dalla campagna orsicida promossa dall'Amministrazione Provinciale.

Ad ogni modo la morte di F36 non ha fermato la battaglia di LAV: era imprescindibile fare chiarezza sull'accaduto per rendere giustizia all'orsa brutalmente ammazzata e per delegittimare il continuo ricorso ingiustificato all'uccisione da parte della Provincia autonoma di Trento.

Le osservazioni fornite dalla nostra associazione sono risultate fondamentali per orientare la scelta del Consiglio di Stato, il quale ha confermato che F36 non si è resa responsabile di un'aggressione , in quanto la sua reazione non era indice di una pericolosità anomala dell'individuo, ma è stata una normale reazione difensiva scatenata dalla dabbenaggine dei due cacciatori in cui si è imbattuta improvvisamente e a distanza ravvicinata mentre riposava nel bosco con suo figlio.

IL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITÀ
Inoltre, i giudici non si sono limitati a smentire la ricostruzione dell'evento mistificata dalla Provincia, ma hanno voluto ribadire la tutela rafforzata che la Costituzione italiana offre agli animali che vivono sul territorio nazionale. Dunque, l'azione amministrativa nei confronti degli orsi trentini non può prescindere dal “principio di proporzionalità” che orienta la legge e la sua applicazione nell'ordinamento europeo e italiano. Le azioni da intraprendere per tutelare le attività umane e l'incolumità pubblica devono essere conformi alla reale minaccia rappresentata dal singolo animale, il cui diritto alla vita non può essere violato se non in situazioni oggettivamente estreme, di rarissima verificazione.

Insomma, la giunta provinciale trentina non può più disporre a proprio piacimento della vita dei plantigradi attribuendo loro arbitrariamente l'etichetta di “orso pericoloso”, sfruttando la paura delle persone per rimpinguare il proprio bacino elettorale.

Al contrario, per garantire una coesistenza sicura e pacifica tra cittadini e orsi, la Provincia deve implementare ogni singola misura preventiva esistente, tra cui spicca informare le persone su come comportarsi nei boschi per evitare accadimenti analoghi all'incidente in cui è stata coinvolta F36.  Continuare ostinatamente a fomentare la becera campagna orsofobica, demonizzando e uccidendo a caso animali totalmente innocui, non è solo un'inaccettabile ingiustizia nei loro confronti, ma non ha alcuna utilità nel ridurre gli incidenti e nel tranquillizzare la cittadinanza, la quale ha il diritto di ricevere dai propri rappresentanti politici tutti gli strumenti realmente efficaci per condividere in sicurezza il territorio con i plantigradi. 

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giovedì 13 giugno 2024

Orsa F36: esame autoptico redatto 3 mesi prima della morte?

Con LNDC e WWF Italia, abbiamo depositato presso il Consiglio di Stato le memorie in merito al ricorso presentato per la vicenda che riguardava l’orsa chiamata F36, trovata morta in circostanze poco chiare a settembre dell’anno scorso dopo che su di lei pendeva un mandato di uccisione da parte del Presidente della Provincia Autonoma di Trento.

A ottobre, il TAR di Trento aveva dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi presentati dalle Associazioni contro i decreti del Presidente Fugatti dato che l’orsa era ormai deceduta.

Come organizzazioni di protezione animali, però, ci eravamo appellate al Consiglio di Stato contro questa decisione del TAR, chiedendo anche che il più alto organo di giustizia amministrativa prendesse una posizione sulla legittimità costituzionale della politica portata avanti dall’amministrazione locale trentina sulla gestione di una specie importante come l’orso.

A seguito di questo appello, la PAT ha presentato un esame autoptico del 19/6/2023 di un orso morto per cause naturali che non può essere l’orsa F36, ritrovata morta in data 27/9/23. Pertanto, non essendovi ancora contezza certa delle cause della morte dell’orsa F36, permane il sospetto che l’ingiustificata enfatizzazione della asserita pericolosità di questo esemplare d’orsa possa avere determinato la sua morte per mano dell’uomo.Tra dieci giorni vedremo quali saranno le repliche della PAT a queste nostre argomentazioni, poi resteremo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato. Avv. Michele Pezone e Paolo Letrari  - LAV, LNDC Animal Protection e WWF Italia 

È avvilente e preoccupante vedere una pubblica amministrazione che davanti al massimo organo di giustizia amministrativa presenta una documentazione che non ha nulla a che fare con il caso in discussione.

Forse si tratta semplicemente di una svista o forse si tratta di un maldestro tentativo di confondere le acque, effettuato nella speranza che nessuno si accorgesse del fatto che l’esame autoptico depositato era stato svolto ben 3 mesi prima della morte di F36.

In entrambi i casi, dobbiamo prendere atto dell’atteggiamento di negligenza portato avanti dalla PAT a discapito della legalità e della tutela degli animali e dell’ambiente, di cui gli orsi sono parte integrante. Del resto, in un’intervista pubblica, lo stesso Fugatti ha dichiarato apertamente che non si preoccupa del benessere degli animali.

Tutto questo però non è accettabile e non resteremo a guardare.


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mercoledì 25 ottobre 2023

Orsa F36: Associazioni proseguiranno l'azione giudiziaria

A seguito della morte dell’orsa F36, il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ha dichiarato l’improcedibilità dei ricorsi proposti da LAV, Lndc Animal Protection e WWF. I ricorsi erano volti a contestare i decreti emessi dal Presidente Fugatti, che inizialmente proponeva l’uccisione dell'animale e successivamente la sua cattura con l'intenzione di relegarla a un ergastolo nel recinto del Casteller.

Nonostante la dichiarazione di improcedibilità, le associazioni dichiarano la loro intenzione di proseguire l'azione legale, in quanto il problema nel Trentino va oltre la singola vicenda dell'orsa F36. Il crescente conflitto tra uomo e orso è attribuibile, secondo le associazioni, alla carenza di politiche di prevenzione efficaci.

È innegabile che esista una connessione tra il recente aumento del numero di orsi trovati morti e le dichiarazioni, sempre più esplicite, di esponenti politici, specialmente nel recente periodo di campagna elettorale. Queste dichiarazioni ed i reiterati provvedimenti amministrativi e normativi che dispongono l’uccisione di orsi e lupi, sino ad oggi fermati solo grazie al nostro intervento in giudizio, sono chiaramente contrastanti con i principi costituzionali. Ciò che preoccupa è che alcuni commenti sui social media indicano addirittura una crescente tendenza di alcuni individui a ritenersi legittimati a farsi giustizia da soli, anche con l'uso di esche avvelenate o armi da fuoco, con evidenti ripercussioni anche sulla sicurezza pubblicaLAV, Lndc Animal Protection e WWF

Le Associazioni hanno quindi dato mandato ai propri legali perché predispongano in tempi brevi il ricorso al Consiglio di Stato, affinché il massimo organo della giustizia amministrativa possa esprimersi su questioni più ampie, specificamente sulla legittimità costituzionale delle azioni intraprese dalla Provincia Autonoma di Trento. La situazione richiede una riflessione approfondita e una decisione ponderata al fine di garantire il rispetto dei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione.

Le associazioni coinvolte chiedono alla nuova Giunta che si insedierà dopo le elezioni di domenica scorsa, un approccio equilibrato, basato sulla coesistenza pacifica tra la fauna selvatica e la comunità umana. L'obiettivo è trovare soluzioni che rispettino i diritti degli animali e garantiscano la sicurezza delle persone, senza compromettere il delicato equilibrio ecologico degli habitat.

Chiediamo che l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, dove sono stati conferiti i cadaveri degli orsi, renda pubblicamente noti, nel più breve tempo possibile, i risultati delle autopsie, a cominciare da quella di F36. Non possiamo tollerare neppure il sospetto che dietro le morti degli orsi ci sia una regia umana ma, se così dovesse essere, ci attiveremo in ogni sede perché siano ripristinati in quella Provincia il pieno rispetto della legalità e della Costituzione, che all’articolo 9 impone la tutela della biodiversità quale valore fondante del nostro ordinamento democratico.LAV, Lndc Animal Protection e WWF

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giovedì 28 settembre 2023

F36 Trovata morta

Ieri sera i forestali trentini hanno recuperato in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, il corpo senza vita di F36, l’orsa condannata a morte da Fugatti perché indicata come responsabile... LEGGI I DETTAGLI

Ieri sera i forestali trentini hanno recuperato in val Bondone, nel comune di Sella Giudicarie, il corpo senza vita di F36, l’orsa condannata a morte da Fugatti perché indicata come responsabile di due falsi attacchi. 

Si tratta del secondo orso nel giro di pochi mesi, dopo M62, che viene ritrovato cadavere a seguito degli atti di condanna a morte firmati dal Presidente del Trentino Fugatti. Non crediamo affatto alle coincidenze, motivo per cui chiediamo il coinvolgimento del Centro nazionale di Referenza del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria, così da accertare senza ombra di dubbio il motivo e la dinamica della morte di mamma orsa. Massimo Vitturi , responsabile Animali Selvatici

È necessario, inoltre, provvedere a delimitare il luogo dov’è stata rinvenuta ieri sera per eseguire accertamenti di medicina veterinaria forense utili a raccogliere eventuali prove che potrebbero dimostrare una responsabilità umana nella morte di F36

Il cucciolo di F36, che ha meno di nove mesi, è ora così lasciato a sé stesso, in balìa dell’incedere della stagione invernale. Senza più la mamma a fargli da guida per prepararsi al letargo corre un gravissimo rischio. Chiediamo quindi che il Parco Adamello Brenta, al cui interno è stato ritrovato il corpo della mamma, possa avviare fin da subito un monitoraggio intensivo per soccorrerlo nel caso in cui si trovasse in difficoltà e dargli tutto il supporto necessario per superare la stagione fredda.

Da quando si è aperta la campagna elettorale per le elezioni provinciali, Fugatti ha aumentato la sua persecuzione nei confronti degli orsi, arrivando a condannarne fino a settanta alla deportazione o a morte F36 potrebbe quindi diventare il cadavere da esibire al suo elettorato dopo le sconfitte subite finora, anche grazie a noi, al TAR e al Consiglio di Stato. LAV

Nel caso in cui l’autopsia dovesse dimostrare che la causa di morte di F36 è riconducibile ad un atto umano, la LAV si costituirà parte civile nel procedimento e valuterà, con il proprio Ufficio Legale, l’ipotesi di reato di istigazione a delinquere.


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giovedì 14 settembre 2023

Fugatti dispone la cattura di F36: pronti a denunciare per maltrattamento

Con il pretesto delle affermazioni contenute nel decreto del TAR di Trento che disponeva la sospensione della condanna a morte dell’orsa F36, ora Fugatti ne decreta la cattura e la carcerazione al... LEGGI I DETTAGLI

Con il pretesto delle affermazioni contenute nel decreto del TAR di Trento che disponeva la sospensione della condanna a morte dell’orsa F36, ora Fugatti ne decreta la cattura e la carcerazione al Casteller.

Fugatti è oramai entrato in uno stato confusionale. Se per giustificare la condanna a morte di F36 solo pochi giorni fa aveva affermato che non c’era spazio al Casteller perché il recinto disponibile era destinato a MJ5, ora quel posto diventa magicamente pronto ad accogliere F36. La buona notizia in tutto ciò è che quindi MJ5 non potrà essere catturato.

F36 è libera e faremo di tutto perché lo resti, in compagnia del suo cucciolo che ha bisogno di trascorrere almeno un altro anno in compagnia della mamma. L’Ufficio legale della LAV è già al lavoro per presentare ricorso al TAR e la denuncia che sarà inviata in Procura non appena si dovesse realizzare la cattura di F36.Massimo Vitturi, responsabile  Animali Selvatici

La reclusione dell’orsa al Casteller comporterebbe infatti l’abbandono del cucciolo, che ha circa 8 mesi d’età, in un momento particolarmente critico, nel quale gli orsi si preparano alla fase invernale e quindi al letargo. Gli orsi si staccano infatti dalla madre dopo i 18 mesi. Lasciarlo consapevolmente in balìa di sé stesso significa condannarlo a una lenta morte, con conseguente violazione dell’art.544 ter del Codice penale.

Fugatti rischia quindi di trovarsi alla sbarra accusato di maltrattamento di animali aggravato dalla morte.

L’accanimento di Fugatti contro gli orsi rasenta oramai il patologico. Per fargli presente cosa pensiamo di lui e della sua politica di accanimento contro gli animali selvatici, che serve solo a coprire tutta la sua incapacità amministrativa nel favorire la convivenza tra orsi e cittadini, sabato 16 settembre dalle 14.00 saremo  Trento per una grande manifestazione nazionale nella quale ribadiremo il nostro no a qualsiasi azione che possa nuocere agli orsi, le responsabilità della mancata prevenzione sono tutte in capo alla Giunta Fugatti, se c’è qualcuno che deve essere chiamato a rispondere non sono certo gli orsi.

 


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lunedì 11 settembre 2023

+++TAR accoglie e sospende uccisione di F36+++ Sabato tutti a Trento per manifestazione

L’ordinanza pubblicata oggi dal TAR di Trento svuota di ogni senso la campagna persecutoria di Fugatti nei confronti degli orsi: F36 non può essere uccisa ed è salva fino a prossima decisione del ... LEGGI I DETTAGLI

L’ordinanza pubblicata oggi dal TAR di Trento svuota di ogni senso la campagna persecutoria di Fugatti nei confronti degli orsi: F36 non può essere uccisa ed è salva fino a prossima decisione del TAR collegiale.

Purtroppo, però, allo stesso tempo il Presidente del TAR, Fulvio Rocco, dispone che l’orsa possa essere catturata e rinchiusa al Casteller , in attesa della decisione che sarà presa nella Camera di Consiglio prevista per il prossimo 12 ottobre.

Siamo estremamente felici di aver salvato F36 dall’esecuzione anche se riteniamo non giustificato il ricorso alla sua cattura e traduzione nel carcere del Casteller, soprattutto leggendo le motivazioni addotte dallo stesso TAR. LAV, Lndc Animal Protection e WWF

Il Decreto del Presidente del Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento rappresenta in effetti una vera e propria svolta nella valutazione del rapporto tra umani e orsi in quella Provincia.

Al punto 2.2 si legge infatti testualmente che “secondo la stessa ricostruzione dei fatti proposta agli agenti del Corpo Forestale Provinciale da parte delle due persone coinvolte, le stesse non si sono attenute alle regole ampiamente diffuse dalla stessa Amministrazione Provinciale in caso di incontri con orsi”: vengono così finalmente introdotti elementi di valutazione di quanto accaduto che non riguardano solo ed esclusivamente il comportamento dell’orso, come invece sempre fatto dalla provincia di Trento fino a oggi.

COMPORTAMENTI ERRATI DELLE PERSONE

Il TAR ha acceso un faro anche sui comportamenti adottati dalle persone coinvolte, che in effetti avrebbero reagito alla presenza dell’orsa accompagnata dal suo piccolo, in maniera errata perché, “anziché arretrare lentamente, si sono messi a correre, all’evidenza dimentichi che la velocità dell’orso è di gran lunga superiore a quella umana e che anche l’orso può agilmente arrampicarsi sugli alberi”.

Alla luce di queste evidenze il TAR di Trento deduce che anche il primo incidente deve essere derubricato a falso attacco, come dimostrato dal comportamento dell’orsa che, una volta che la persona rifugiatasi sull’albero è caduta, si è allontanata senza aggredirla.

UTILIZZO NON CORRETTO DELLA DOCUMENTAZIONE SCIENTIFICA

Ulteriore elemento che si ricava dalla lettura del Decreto Presidenziale è l’utilizzo non corretto che il Presidente Fugatti fa della documentazione scientifica, come il documento ISPRA che analizza la popolazione di orsi trentini, per sostenere le sue ordinanze “ammazza-orsi” attraverso “l’artato travisamento di determinate circostanze fattuali e l’arbitraria interpretazione delle norme contenute nel PACOBACE in modo da sostanzialmente ricondurre qualsivoglia incontro casuale tra uomo ed orso ad un’ipotesi ex se legittimante l’abbattimento di quest’ultimo”.

Viene così sostanzialmente smascherata – se ancora ce ne fosse bisogno – la tattica di Fugatti finalizzata ad utilizzare strumentalmente la questione legata alla sicurezza dei cittadini al solo scopo di ottenere consenso.

Non possiamo comunque accettare che l’orsa F36, che ora è radiocollarata e della quale se ne può quindi conoscere la posizione in ogni istante, venga catturata e rinchiusa al Casteller per questo motivo e con l’assistenza dei nostri legali Michele Pezone e Paolo Latrari stiamo già lavorando a una diffida perché l’orsa sia lasciata in libertà.

La cattura con captivazione, stante anche l'interpretazione del giudice, non ha molto senso di essere applicata, anche considerate tutte le conseguenze del caso. Infatti, anche se si trattasse di una cattura con captivazione temporanea fino al 12 ottobre (data in cui il TAR si esprimerà in merito), le conseguenze sul benessere psico-fisico dell'animale e le conseguenti difficoltà per un reinserimento in natura dovrebbero essere tenute fortemente da conto.

Un animale che viene rinchiuso un mese o più in un piccolo recinto rischia di sviluppare comportamenti stereotipati a causa dello stress. A questo va poi aggiunta la questione "cucciolo". Infatti, F36 ha con sé un cucciolo dell'anno. La scomparsa temporanea o definitiva della madre può avere le stesse conseguenze che andiamo ipotizzando per i cuccioli di Amarena LAV, Lndc Animal Protection e WWF

Vieni anche tu! La nostra voce sarà più forte!

Sabato 16 settembre dalle 14.00 saremo a Trento  per una grande  manifestazione nazionale nella quale ribadiremo il nostro no a qualsiasi azione che possa nuocere agli orsi e agli altri animali selvatici. Insieme contro il più devastante attacco mai sferrato alla fauna selvatica.

Vuoi raggiungere Trento insieme a noi? Abbiamo organizzato dei Pullman, con partenza da diverse località, per chi parteciperà alla Manifestazione.

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sabato 09 settembre 2023

Condanna a morte di F36: appello ai Forestali

E’ di ieri il decreto sottoscritto da Fugatti con il quale dispone “che l’esemplare, quando identificato come l’orsa F36 mediante osservazione del radiocollare e/o dell... LEGGI I DETTAGLI

E’ di ieri il decreto sottoscritto da Fugatti con il quale dispone “che l’esemplare, quando identificato come l’orsa F36 mediante osservazione del radiocollare e/o delle marche auricolari oppure lettura del microchip, sia immediatamente uccisocome riportato da Il Dolomiti.

Una vera e propria condanna a morte per un’orsa che lo stesso decreto di Fugatti definisce “non confidente e che sempre secondo il presidente della Provincia di Trento non può essere catturato e rinchiuso al Casteller perché il recinto tuttora libero deve essere lasciato in disponibilità per incarcerare l’orso MJ5 – accusato di avere aggredito una persona in Val di Rabbi il 5 marzo - nel caso fosse catturato, cosa per fortuna non avvenuta da aprile scorso a oggi.

Siamo al puro delirio, Fugatti è oramai fuori controllo e sforna condanne a morte di esseri viventi come si trattasse di giocare con la playstation, è evidente tutta l’inadeguatezza di questo personaggio nel gestire la fauna selvatica e la stessa sicurezza dei suoi concittadini.

LAV e LNDC ANIMAL PROTECTION sono al lavoro con gli avvocati Pezone e Letrari per depositare il ricorso per fermare questa ennesima oscenità e ha già inviato una diffida per bloccare Fugatti e facciamo appello ai Forestali trentini, pur se dipendenti della Provincia, e al loro senso di responsabilità, perché non si può condannare un’orsa che si è solo trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Massimo Vitturi,  responsabile area Animali selvatici

La LAV chiede infatti ai Forestali che saranno incaricati di svolgere il servizio di uccisione dell’orsa, di fare obiezione di coscienza, rifiutandosi di sparare all’animale perché si tratta di un ordine che non ha evidentemente alcun senso se non raccattare un po’ di consenso elettorale per il presidente uscente alle imminenti elezioni provinciali di fine ottobre.

Sabato 16 settembre dalle 14.00 saremo a Trento per una grande manifestazione nazionale nella quale ribadiremo il nostro no a qualsiasi azione che possa nuocere agli orsi, le responsabilità della mancata prevenzione sono tutte in capo alla Giunta Fugatti, se c’è qualcuno che deve essere chiamato a rispondere non sono certo gli orsi.



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sabato 09 settembre 2023

Ricorriamo al TAR contro il decreto di uccisione di F36

“È un incredibile accanimento ideologico. il 16 settembre manifesteremo a Trento contro questa assurda condanna a morte e domani in Abruzzo in memoria di Amarena” Nella giornata di oggi, con LND... LEGGI I DETTAGLI

È un incredibile accanimento ideologico. il 16 settembre manifesteremo a Trento contro questa assurda condanna a morte e domani in Abruzzo in memoria di Amarena”

Nella giornata di oggi, con LNDC e WWF Italia abbiamo presentato un ricorso al Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento contro il Decreto di abbattimento di F36, firmato dal Presidente della PAT Maurizio Fugatti.

A motivare questa incredibile condanna a morte dell’orsa è stato il falso attacco di cui F36 si è resa autrice lo scorso 30 luglio. Un episodio che non ha provocato alcuna ripercussione e che non era mai stato preceduto da danni a cose o persone.

Questa condanna risulta ancor più grave se si considera che l’orsa è stata munita non più di 10 giorni fa, di un radiocollare che ne consente il costante monitoraggio, come previsto dal PACOBACE.

Nonostante sia stato presentato il ricorso, F36 può essere abbattuta in qualsiasi momento, non essendo ancora intervenuta alcuna sospensione del Decreto. Per questo motivo le Associazioni hanno già diffidato la PAT a procedere con l’uccisione. 

“La verità  è che non esiste alcuna valida e motivata ragione per disporre l’abbattimento dell’orsa se non quella di presentarne lo scalpo in sede di campagna elettorale. È veramente incredibile come la questione degli orsi sia così ideologicamente strumentalizzata dalla politica trentina al punto di credere che un orso morto ammazzato possa determinare l’aggiudicazione di qualche voto in più.
Significativa è inoltre la macabra coincidenza che accomuna questo ordine di esecuzione con l’uccisione di Amarena, l’orso bruno marsicano ucciso in Abruzzo da un colpo di fucile al polmone mentre si trovava insieme ai suoi due cuccioli. Se non ci pensa la politica a tutelare gli animali selvatici, i beni comuni e la legalità noi continueremo a farlo in tutte le sedi e anche scendendo in piazza per chiedere giustiziaLAV, LNDC e WWF Italia

Proprio per questo motivo abbiamo organizzato due manifestazioni nazionali, nella mattinata di domani, domenica 10 settembre, a Pescina (AQ) in memoria di Amarena ed a difesa della fauna selvatica italiana e il 16 settembre a Trento per dire basta alla guerra scatenata da Fugatti contro gli orsi.

Ma il Presidente Fugatti non è solo nella sua guerra ai selvatici

Infatti, nonostante le gravi lacune, che riguardano in particolare il mancato rispetto delle norme europee, riscontrate da ISPRA nella richiesta di parere da parte della coppia ammazzalupi Kompatscher-Schuler, questa sera il Presidente della Provincia di Bolzano ha firmato la condanna a morte di due lupi che saranno uccisi a caso tra quelli presenti in un’area di 10 chilometri quadrati che comprende quattro alpeggi. 

Si tratta di un atto di violenza intollerabile che oltretutto fa cartastraccia del parere del massimo istituto scientifico nazionale basandosi sulla valutazione di un professore dell’Università di Vienna, a a questo punto se Kompatscher non tollera le norme italiane chieda l’annessione all’Austria, nessuno rimpiangerà certo la sua totale incapacità nel far adottare al Bauernbund gli strumenti di prevenzione delle predazioniMassimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici 

L’ufficio legale della LAV sta già lavorando al ricorso da presentare al TAR di Bolzano contro questo atto violento che rappresenta la piena resa della Giunta altoatesina ai voleri delle frange più estremiste degli allevatori che da anni non fanno altro che demonizzare il lupo e rifiutano di mettere in servizio gli strumenti di prevenzione delle predazioni pur essendo tutti forniti a titolo gratuito. 

La provincia di Bolzano non si deve permettere di utilizzare i lupi come capro espiatorio delle sue inefficienze, sacrificandoli anche sull’altare della ricerca di consenso elettorale di bassa lega LAV

 


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