Nel blitz eseguito all’alba di oggi dalla Guardia di Finanza di Palermo in tutta Italia, con 91 arresti, è stato colpito il vecchio clan mafioso dell’Acquasanta di Palermo.
Il sodalizio criminale aveva interessi anche nel mondo dell’ippica secondo quanto emerso, infatti, le intercettazioni della Guardia di Finanza hanno consentito di scoprire gare truccate, risalenti a due anni fa, negli ippodromi di Torino, Villanova D’Albenga (Savona), Siracusa, Milano e Modena. Il modus operandi è simile a quello accertato in altre inchieste: fantini che sarebbero stati corrotti, altri “avvicinati”, per non vincere, minacce. Nelle intercettazioni, i boss parlavano anche di sostanze dopanti da utilizzare sui cavalli. Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati 12 cavalli.
Questa importante operazione antimafia conferma gli interessi della criminalità organizzata per il controllo delle corse ippiche e le relative scommesse. Del resto, gli interessi economici sono cospicui. Come riportato nell’ordinanza di custodia del GIP di Palermo, con la crisi di liquidità di cui soffrono gli imprenditori le organizzazioni mafiose potrebbero approfittare della situazione per infiltrarsi in attività economiche lecite, o per rilevare attività e beni con manovre estorsive.
Non è difficile intuire che dinamiche simili si potranno verificare anche per i crimini organizzati a danno di animali. L’emergenza genera illegalità, si sa, e si possono individuare profili di preoccupazione anche per tutte quelle attività economiche che sfruttano gli animali. Il senso di insicurezza generato dall’emergenza Covid-19, la necessità di trovare una fuga dallo stress, dalle difficoltà, e dalla sofferenza di una vita inaspettatamente mutata, può trovare sfogo nel gioco d’azzardo. Non è mica un caso che le varie mafie sfruttino questo ricchissimo filone economico. E così corse di cavalli, competizioni tra animali e attività di gioco e scommesse diventano un illusorio modo di riscatto economico. Ad arricchirsi, ovviamente, è solo la criminalità.
Per fronteggiare le infiltrazioni della criminalità nel settore ippico occorre prevedere il divieto di possedere cavalli, scuderie o attività inerenti l’ippica, per i pregiudicati mafiosi, per quelli per reati a danno di animali, scommesse clandestine e gioco d’azzardo, anche attraverso l’adozione di misure di polizia, personali e reali, nei confronti di coloro che si ritiene, sulla base di elementi di fatto, siano abitualmente dediti alle scommesse clandestine nell’ippica e ai traffici delittuosi connessi, e di coloro che, per la condotta e il tenore di vita, vivono abitualmente con i proventi di attività delittuose connesse alla corse di cavalli.
La LAV esprime il suo ringraziamento alla Guardia di Finanza, alla Direzione Distrettuale Antimafia, al GIP di Palermo e a tutti coloro che hanno reso possibile questa operazione.
Ciro Troiano
Criminologo, Responsabile Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV