Oggi è il "World Wildlife Day", la prima Giornata mondiale dedicata alla fauna e flora selvatica. In questa occasione sollecitiamo l’introduzione di strumenti nazionali e internazionali per contrastare i crimini contro le specie esotiche che provocano danni gravissimi agli animali, alla natura e alla società.
Il fenomeno rappresenta una vera emergenza: le stime sul traffico di animali esotici e dei loro prodotti derivati, inclusi quelli rigorosamente protetti, indicano che in Italia tale commercio raggiunge un giro d’affari di circa 2 miliardi di euro all’anno; l’Italia si caratterizza come uno dei nodi cardine di smistamento illegale di specie protette e prodotti derivati verso altri Paesi dell’UE e verso Paesi terzi.
Nell'Unione Europea il commercio di specie di flora e fauna protetta e dei loro prodotti derivati raggiunge la stima di circa 100 miliardi di euro all’anno. Secondo l’organizzazione TRAFFIC, all’inizio degli anni ‘90 il commercio internazionale di prodotti derivati da fauna e flora selvatica si aggirava intorno ai 160 miliardi di dollari all’anno, raggiungendo nel 2009 la stima di 323 miliardi di dollari, inferiore solo al traffico di armi e droga.
Gli animali pagano un prezzo altissimo per questo squallido business: negli ultimi 10 anni il numero di elefanti africani uccisi illegalmente è raddoppiato mentre la quantità di avorio sequestrato è triplicata (un kg di avorio è venduto a circa 600 euro al kg). Nel 2013 i bracconieri hanno ucciso 22.000 elefanti! Il numero delle tigri nel mondo è passato da 100.000 unità di un secolo fa ad appena 3500. Il bracconaggio è responsabile di almeno il 78% della decimazione delle tigri di Sumatra (le ossa delle tigri sono vendute a circa 900 euro al kg).
Proponiamo di introdurre nel nostro ordinamento giuridico due autonome ipotesi delittuose che riguardano: la "cattura, il prelievo, la detenzione, il traffico e la commercializzazione di specie di flora e fauna protette" e il "Commercio e traffico illecito di parti di specie, flora e prodotti derivati" che sanzionano il commercio e il traffico illecito di specie di fauna e flora nonché il commercio e traffico illecito di parti di esse e prodotti derivati. E' indispensabile prevedere significativi inasprimenti delle pene e uniformare queste agli strumenti vigenti in altri Paesi, anche Europei, che prevedono pene detentive fino a 7 anni di reclusione.
Necessarie anche nuove risorse per il mantenimento delle specie sequestrate, i cui costi non devono ricadere sui cittadini o sulle associazioni impegnate nella cura degli animali. A tale scopo, chiediamo che siano aggiornati i diritti speciali di prelievo (sono gli importi richiesti in Italia ai commercianti per le licenze e l’importazione di specie protette), la cui entità è molto esigua ed è ferma al 2000. E così si possono importare animali protetti, del valore di milioni di euro, semplicemente versando 15,49 Euro! Chiediamo che tale sistema sia adeguato prevedendo importi sensibilmente superiori, al pari di altri Stati, e commisurati al valore economico degli animali importati e al loro volume. E' ingiusto scaricare sui cittadini i costi del profitto dei trafficanti e dei commercianti!