Dopo il grande successo dell'Iniziativa Europea Cittadini e l'esito dell'Eurobarometro.
A pochi mesi di distanza dall’Eurobarometro 2023, un nuovo sondaggio promosso dalla European Consumers Organisation (BEUC) effettuato in Belgio, Germania, Ungheria, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna e Svezia ribadisce l’importanza che le condizioni degli animali allevati hanno per i cittadini europei e la necessità che le istituzioni europee ne tengano conto.
I risultati sono chiari e confermano la necessità per l’Europa di tenere fede agli impegni presi e proporre nuove regole che siano ambiziose.
La grande maggioranza degli intervistati (90%) ritiene fondamentale garantire maggiore protezione agli animali allevati, in primis vietando l’utilizzo di gabbie e pratiche cruente come le mutilazioni, routinarie in questa industria, e offrendo spazi maggiori agli animali, cosa non possibile in questo sistema di produzione industriale di carne e altri derivati.
Dal sondaggio arrivano opinioni forti anche sulla necessità di prevedere un’etichettatura trasparente, così come standard sulle importazioni equivalenti a quelli europei (76%). Misura che permetterebbe di togliere dalla discussione le paure di concorrenza sleale che spesso vengono strumentalizzate per impedire qualunque miglioramento dei requisiti di tutela degli animali.
Con l’eccezione della Bozza di regolamento sul trasporto di animali vivi, presentata a fine 2023, la Commissione europea non ha ancora presentato le bozze dei nuovi regolamenti sulla tutela degli animali allevati, che dovranno sostituire quelli attuali, con particolare riferimento alla tutela in allevamento e al divieto delle gabbie, su cui l’ICE aveva raccolto oltre 1 milione e 400 mila firme validate, e su cui la stessa Commissione si è impegnata a vietare le gabbie entro il 2027.
A giugno ci saranno le elezioni europee: insieme ad altre 10 organizzazioni in Italia abbiamo lanciato la campagna Vote for animals (Anche gli animali votano) con la quale chiediamo ai futuri candidati di impegnarsi per gli animali sottoscrivendo i 10 punti del programma elettorale .
È cruciale che il prossimo Parlamento europeo e la prossima Commissione si facciano veri portavoce delle richieste dei cittadini, nel rispetto della rappresentatività democratica che queste istituzioni devono garantire per il buon funzionamento dell’Unione europea.
Tra i 10 punti del programma, 5 riguardano proprio la necessità di superare il modello di produzione e consumo di cibo attuale, favorendo la transizione verso produzioni senza sfruttamento di animali, a partire dall’approvazione di standard più elevati e attraverso appositi incentivi ad una riconversione del sistema.
La politica deve scegliere da che parte stare: dalla parte dei cittadini, o dalla parte degli interessi dell’industria della carne.
Uno stretto legame, quello tra politica e lobby, che emerge chiaramente in Food for profit, il docufilm della giornalista Giulia Innocenzi e di Pablo D’Ambrosi, proiettato in anteprima giovedì scorso a Bruxelles presso il Parlamento Europeo, ieri a Roma e questa sera a Milano al Cinema Beltrade, per la prima volta in un evento aperto al pubblico.
Il documentario, a cui LAV ha contribuito coordinando l’attività di inchiesta in alcuni allevamenti in Italia, Germania, Polonia e Spagna, restituisce una fotografia chiara di come la politica europea è di fatto al soldo di alcune lobby della carne, senza alcuno scrupolo sulla tutela della salute dei cittadini e dei diritti degli animali, che solo in Italia sono più di 630 milioni quelli che ogni anno vengono allevati.
Il recente voto del Parlamento Europeo sulla possibilità dell’editing del patrimonio genetico è in realtà la realizzazione di un modello che il docufilm ha fatto emergere con chiarezza, svelando la predisposizione di istituzioni e politici a realizzare mostruosità in nome di un profitto irrispettoso della vita umana ed animale. Nonostante i continui sussidi ad una Pac che alimenta un’agricoltura che è la prima causa di inquinamento ambientale, distruzione di tessuti sociali in zone rurali e con dati chiarissimi sulle emissioni dell’allevamento zootecnico, le lobby continuano ad imporre un sistema predatorio di risorse e della salute dei cittadini europei. È necessario invertire la rotta.
Possiamo tutti fare qualcosa per cambiare, scegliendo in primis cosa consumare, e scegliendo chi ci rappresenta nelle istituzioni europee, dove le decisioni sul futuro degli animali e dei finanziamenti pubblici all’industria verranno prese.
Approfondisci le tematiche di Vote for animals!