La vivisezione non può essere né il futuro né il presente della scienza
A 12 anni dalla chiusura del famigerato e condannato allevamento Green Hill e dal salvataggio di oltre 3 mila beagle tra cuccioli e mamme sfruttate per la riproduzione ad oltranza, con il divieto definitivo di allevamenti per cani, gatti e primati destinati alla vivisezione fin dal 2014, noi di LAV ci troviamo nuovamente a dover combattere la medesima battaglia.
L'On. Ciocchetti di FdI con un suo emendamento al Decreto-legge “salva infrazioni” all'esame delle Commissioni Giustizia e Finanze della Camera vuole far ripiombare l'Italia indietro di oltre un lustro, incurante di tutte le implicazioni che una simile proposta genererebbe.
Se approvato, l'emendamento a firma
Ciocchetti, riaprirebbe la strada a nuovi allevamenti-lager di cuccioli.
L'annullamento del divieto ora in vigore – approvato dal Parlamento nel 2014 nel Decreto Legislativo n.26 - non avrebbe peraltro alcun effetto positivo sullo stato della ricerca o sul benessere animale, ma piuttosto darebbe origine a vere e proprie fabbriche di cuccioli spediti in tutto il mondo su cui l'unico guadagno è il profitto economico.
L'emendamento Ciocchetti in votazione si allarga poi anche ad altre violenze condotte nel nome di una falsa scienza: la sperimentazione animale.
Ad aprile di quest'anno abbiamo comunicato il più grande sequestro di animali da laboratorio, portando in salvo beagle, marmoset e macachi sottratti alla vivisezione da APTUIT, il colosso multimilionario farmaceutico di Verona per cui, l'ex amministratore delegato e il veterinario sono i indagati per maltrattamento e uccisione non necessitata.
È evidente come la pratica inaccettabile della vivisezione non possa essere considerata il presente e neppure il futuro della ricerca: organi su chip, modelli computazionali e intelligenza artificiale sono solo alcuni dei tanti metodi animal-free e innovativi che rappresenta l'unica scienza possibile per salvare vite animali e umane.