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Fabbrico (RE): nuovo allevamento di tacchini, con i cittadini chiediamo spiegazioni al Sindaco

Continueremo a contrastare le nuove costruzioni.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 settembre 2024

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Il futuro dipende dalle scelte che si fanno oggi

Noi di LAV e più di 200 cittadini eravamo presenti il 9 settembre a Fabbrico, all’assemblea organizzata per chiedere spiegazioni sul nuovo maxi-allevamento di tacchini.

Presenti i tecnici AGEAE e ASL che, pur ammettendo di essere contrari a questi modelli allevatoriali, hanno spiegato come, da normativa, non figuravano motivi ostativi all’approvazione del progetto.

Il progetto di un allevamento di 39900 tacchini, l’ ennesimo del nord Italia, che, nonostante le ormai note ripercussioni su vita di animali, persone e ambiente e nonostante il carattere emergenziale raggiunto dall’influenza aviaria in tutta Europa, sembrerebbe non presentare criticità. Ma non è proprio così!

Molti gli interventi delle presenti LAV Reggio Emilia e LAV Modena, nonché della sottoscritta, ma anche dei cittadini, fermi nel chiedere se un allevamento del genere sia davvero necessario.

Il sindaco, incalzato da domande puntuali, non ha risposto nel modo atteso e soprattutto non ha chiarito il perché la cittadinanza non sia stata informata e ascoltata a tempo debito, quando il progetto fu presentato e ancora si sarebbe potuto fare qualcosa.

L’assemblea del 9 settembre, infatti, arriva solo dopo le autorizzazioni al progetto e la conferenza di servizi, in un momento dell’iter in cui sono state già concesse a un imprenditore bresciano le autorizzazioni per costruire l’allevamento intensivo da 39.900 tacchini a Fabbrico.

Questo significa che i cittadini di Fabbrico non sono stati tempestivamente informati, ascoltati e messi in condizione di poter contrastare efficacemente una struttura così deleteria.

Durante il dibattito, per contrastare gli aspetti etici sollevati, è stato asserito che l’interesse dell’allevatore è massimizzare la produzione.

LAV, contestando come sempre il modello alimentare che sfrutta esseri senzienti in modi indicibili per mero profitto, ricorda anche qui, come già fatto intervenendo in assemblea, che le amministrazioni locali sono preposte alla tutela degli interessi della comunità e i cittadini devono essere sempre tempestivamente e adeguatamente informati.

Invece, ancora una volta, come già successo in altri casi di nuove costruzioni, che che noi di LAV seguiamo da vicino, le amministrazioni locali sembrano prestare attenzione più a grandi investitori, per gli interessi economici di pochi e a discapito di tutti.

Il futuro dipende dalle scelte che si fanno oggi  ed è necessario essere consapevoli anche del fatto che le amministrazioni hanno le proprie responsabilità, ma la politica inizia anche dal piatto, quando si comprende che l’allevamento è deleterio sempre e non solo se è dietro casa.

Continueremo a contrastare le nuove costruzioni insieme ai comitati locali contrari ad esse, supportando e informando anche tutte quelle persone che vorranno scegliere un’alimentazione vegetale: possibile, non crudele e più sostenibile per tutti.

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venerdì 19 luglio 2024

Casei Gerola (PV): no definitivo della provincia al maxi-allevamento

La Provincia di Pavia blocca per la seconda volta il progetto dell'allevamento di galline ovaiole proposto a Casei Gerola e comunica alla ditta proponente, l'Avigest, e agli Enti coinvolti, il diniego.

La Provincia, infatti, esprimendo il diniego a concludere l'iter procedurale sulla valutazione di impatto ambientale (VIA), ha negato l'autorizzazione del progetto del maxi allevamento di galline ovaiole della società Avigest.

Si tratta di una diretta conseguenza della decisione del 20 giugno scorso dei tecnici del comune di Casei Gerola che, dopo aver ricevuto le tante osservazioni contrarie al progetto, tra cui anche quelle di LAV, come precisato nei precedenti aggiornamenti, ha disposto di porre il progetto in VAS.

Così, non essendoci le condizioni perché il progetto prosegua in VIA - iter breve in capo alla Provincia - la valutazione proseguirà in VAS (valutazione ambientale strategica) - iter più lungo ed approfondito, in capo al comune.

Questo è un grande risultato, affatto scontato, che dimostra l'attendibilità delle osservazioni presentate da LAV e dai cittadini, insieme alle criticità del progetto, sin da subito evidenziate e contestate.

Ci auguriamo che il comune di Casei Gerola, anche nel rispetto del rinnovato impegno con i cittadini, non dia seguito al progetto, considerando le enormi criticità che un allevamento del genere porterebbe sul territorio.

Insieme ai cittadini contrari al progetto e al proattivo comitato di cittadini, fondamentale per questo risultato, continueremo a monitorare la situazione per contrastare il progetto del nuovo allevamento.


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mercoledì 26 giugno 2024

Casei Gerola (PV): Sindaco instaura procedura più restrittiva dopo consegna firme

Alla Conferenza di Servizi dello scorso 20 giugno, LAV, insieme al Comitato per la salute della bassa Valle Scrivia, ha depositato circa 2000 firme raccolte in meno di un mese contro la nuova costruzione.
In più sono state depositate ulteriori obiezioni rispetto al progetto e la relazione ISDE.

In quella circostanza il comune di Casei Gerola ha finalmente chiesto che il procedimento venga inserito nella Valutazione ambientale strategica (VAS). L'inserimento del procedimento in VAS è una notizia che fa ben sperare, perché la VAS è la procedura che sottopone a studi più approfonditi gli inevitabili impatti che i capannoni avranno sul territorio. Il Sindaco di Casei Gerola ha dichiarato che il Comune ha scelto di sottoporre il progetto in VAS sulla base della sostanza delle osservazioni ricevute da parte degli oppositori al progetto, tra cui anche LAV.

Tartara, appena rieletto sindaco di Casei Gerola con l'80% dei voti, ha dichiarato che terrà conto delle osservazioni e, qualora non dovessero esserci le condizioni, il maxi allevamento non si farà.

Si tratta di un piccolo passo avanti che significa molto ed è stato possibile grazie all'opposizione dei sindaci dei comuni limitrofi, del comitato dei cittadini, della LAV e di altre associazioni (ne avevamo parlato qui)

La scelta di sottoporre il progetto ad un iter più rigoroso e restrittivo, alla luce delle osservazioni ricevute, è funzionale a far decidere il Comune, all'esito dell'istruttoria, su base tecnica in merito ad odori ed emissioni, oltre che in termini di benessere animale” ha precisato il Sindaco Tartara.

E ci auguriamo che il Sindaco, anche nel rispetto del rinnovato impegno con i cittadini, non dia seguito al progetto, considerando le enormi criticità che un allevamento del genere porterebbe sul territorio.

Il contributo costruttivo fornito da comuni e associazioni contrarie al maxi allevamento, che hanno depositato dettagliate osservazioni utili, continuerà.

Auspichiamo che il Comune faccia la sua parte, valutando ciò che emergerà dall'istruttoria in ottica di tutelare davvero il proprio territorio e con esso le persone, gli animali e l'ambiente.


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venerdì 21 giugno 2024

Maxi nuovi allevamenti: l'incubo accomuna moltissimi cittadini

A Casei Gerola, il 20 giugno si è tenuta la seconda riunione della Conferenza di Servizi, in cui, presenti sul posto con la sede LAV Oltrepò Pavese, insieme al Comitato per la salute della b... LEGGI I DETTAGLI

A Casei Gerola, il 20 giugno si è tenuta la seconda riunione della Conferenza di Servizi, in cui, presenti sul posto con la sede LAV Oltrepò Pavese, insieme al Comitato per la salute della bassa Vallescrivia, abbiamo depositato 1976 firme raccolte in meno di un mese contro la nuova costruzione. Le osservazioni presentate, oltre a un vizio procedurale emerso, hanno convinto il comune di Casei Gerola a valutare con maggiore attenzione prima di rilasciare tutte le autorizzazioni. Confidiamo che, come anticipato dai tecnici del comune, il progetto verrà posto in VAS (Valutazione Ambientale Strategica).

"LAVORI IN CORSO"...

Il caso di Casei Gerola, però, non è isolato: l'incubo di nuovi allevamenti industriali accomuna diverse zone e comuni.

Con le Sedi LAV, siamo presenti dove serve, a tutela degli animali sfruttati e al fianco dei cittadini contrari a queste nuove costruzioni, per ribadire ancora una volta quanto gli impatti degli allevamenti siano devastanti su animali, salute, ambiente e mercato.

La tutela del territorio e l'appoggio ai cittadini che vogliono essere ascoltati spetterebbe, però, in primis, alle amministrazioni locali, che, invece, sembrano prestare attenzione solo a grandi investitori, per gli interessi economici di pochi e a discapito di tutti.

  • La Sede LAV di Cremona segnala che in quella provincia, i cittadini, comprensibilmente preoccupati, stanno contrastando l'apertura dell'ennesimo allevamento di galline ovaiole. La struttura, che ospiterà circa 150 mila individui, è in via di ultimazione a Grontardo, dove due anni fa è stato identificato il primo focolaio di aviaria nel cremonese.
  • La Sede LAV di Cuneo e Vallate segnala che a Bene Vagienna sarebbe stata autorizzata la costruzione di un allevamento intensivo di ca. 6000 mq per un totale di ca. 1 milione di polli all'anno. La struttura sarà a ridosso di case di civile abitazione e vicino al centro frazionale di Isola. Da tre anni il comitato cittadino "Gruppo Isola 2021" si batte per contrastare l'azienda avicola. Nonostante il comitato abbia presentato ricorso al Tar, anche se la Provincia ha revocato l'autorizzazione e l'Asl ha fatto presente le incongruenze già rilevate dal Gruppo Isola 2021, il primo capannone è stato costruito e la produzione avviata.
  • La Sede LAV di Reggio Emilia segnala che a Fabbrico la giunta comunale ha autorizzato con una delibera la riconversione di un ex allevamento di bovini in un nuovo allevamento di 39 mila tacchini. Il comitato di cittadini, molto attivo, sta raccogliendo firme per chiedere una «pubblica assemblea informativa» su una realtà produttiva ritenuta allarmante per l'impatto ambientale e sotto il profilo etico e della quale non erano stata data informazione.
  • La Sede LAV di Rovigo ci informa che in quella provincia un comitato di cittadini da tempo contrasta la costruzione di un maxi-pollaio da circa 300 mila polli broiler a Taglio di Po. La sua realizzazione preoccupa i cittadini e anche altre realtà impegnate nello sviluppo sociale, culturale e turistico del territorio;

Sempre per quanto riguarda nuove aperture, sosteniamo con forza il Comitato Valmarecchia per contrastare la realizzazione del nuovo allevamento di polli Fileni a Maiolo. Si tratta di un comitato che ormai da anni e con coraggio, porta avanti una decisa battaglia, supportata anche da una petizione che invitiamo a firmare.

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MANCANZA DI TRASPARENZA

Ciò che accomuna le realtà che abbiamo elencato è anche la mancanza di trasparenza. I cittadini non vengono adeguatamente e tempestivamente informati, le trattative proseguono tra comune e azienda, quasi si trattasse di un fatto privato. Quando si parla di allevamenti di dimensioni così consistenti non è mai una questione privata poiché il loro insediamento interessa l'intera comunità e incide in modo drastico sulla qualità della vita e sulla salute di animali e persone.

E questo lo sanno bene anche i cittadini che fanno parte del Comitato per la Vallesina, comitato per la tutela dagli effetti degli allevamenti che raccoglie i cittadini che vivono in prossimità di 5 allevamenti di polli del Gruppo Fileni: Monte Roberto, Jesi Pone Pio, Jesi Cannuccia, Ripa Bianca e Cingoli.Si tratta di cittadini ormai esasperati dagli odori terribili, che non consentono una normale quotidianità, e assai preoccupati per le ripercussioni su salute e stato psicofisico.

Le numerose denunce e i ricorsi amministrativi in corso imputano diverse irregolarità, da quelle urbanistiche a quelle relative alle immissioni in atmosfera e all'impiego delle risorse idriche.

In generale, nei casi che riguardano la costruzione di nuovi allevamenti, la poca chiarezza delle procedure autorizzative dimostra come sia ammesso dalle istituzioni un modo di fare impresa che molto poco ha di etico e di sostenibile ma che ha come unico obiettivo la massimizzazione del profitto aziendale.

UN PARADOSSO

Siamo di fronte a un paradosso, soprattutto se si pensa al fatto che le amministrazioni locali dovrebbero essere il primo presidio di tutela e sviluppo del territorio e della collettività che lo abita e dovrebbero quindi contrastare attività inquinanti non autorizzandole.

Inoltre, la realizzazione nuovi allevamenti, sempre più grandi, o l'ampliamento delle strutture esistenti, va in una direzione totalmente e scelleratamente opposta, costantemente denunciata per le gravissime ripercussioni di questo modello, rispetto alla direzione auspicata anche dall'approccio One Health e dal pacchetto europeo di misure per un Europa più verde, il Green Deal.

LA VERA RICOSTRUZIONE

Sono sempre più attuali nel dibattito pubblico e politico le richieste di stop alla costruzione di nuovi allevamenti, e noi ce ne facciamo portavoce da sempre.

Continueremo a contrastare il modello alimentare basato sullo sfruttamento degli animali, prime vittime di un sistema tanto crudele e, allo stesso tempo, saremo a fianco di tutti quei cittadini pronti a contrastare costruzioni di nuovi allevamenti e a seguire nuovi modelli alimentari, più etici e sostenibili per tutti. La scelta di una alimentazione diversa, a base vegetale, è fondamentale se vuole un cambiamento effettivo. L'unica via di uscita è riconoscere che il modello alimentare attuale è crudele e ingiusto verso animali, ambiente e persone. Ed è ingiusto sempre, non solo quando è “dietro casa”.

Per questi motivi riteniamo che una ricostruzione vera, che guardi al futuro, non possa prescindere da queste considerazioni, non possa ammette nuovi maxi-allevamenti ma, al contrario, debba aprire la strada alla necessaria e urgente transizione alimentare in direzione dell'alimentazione vegetale.


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