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Trento: no a ennesima ordinanza 'spara-orso'. Accertare reali dinamiche fatti

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Ultimo aggiornamento

martedì 23 giugno 2020

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L’incontro ravvicinato alle pendici del monte Peller tra un orso e due cacciatori, padre e figlio, “in perlustrazione” per battute di caccia future, si porta dietro una scia di interrogativi su quale sia stata l’esatta dinamica dell’incidente e se si trattasse o meno di una mamma orsa in difesa dei propri cuccioli, o di un orso solitario.

Nonostante questi dubbi, ancora da chiarire, il Presidente della Provincia di Trento, Fugatti, ha già pronta l'ennesima ordinanza "spara-orsi", e addirittura rincara la dose asserendo che nel territorio della Provincia di Trento vi sono troppi orsi e che presto presenterà al Ministro dell’Ambiente un piano per ridurne il numero. 

Se si trattasse di una mamma orsa con cuccioli, frequentemente avvistate in quella zona, la dinamica dei fatti potrebbe essere diversa, e il fattore scatenante della reazione dell’animale potrebbe essere stato l’avvicinarsi dei due cacciatori “in perlustrazione” ai cuccioli, provocando una reazione della mamma.

Elemento da considerare nella valutazione delle azioni previste dal piano per la conservazione dell’orso bruno sulle Alpi (PACOBACE): in questo caso non si può affatto affermare che si sia trattato di un attacco deliberato da parte del plantigrado e l’uccisione dell’orso non è quindi prevista dalle norme, oltre ad essere eticamente inaccettabile. 

Purtroppo i presupposti sembrano portare invece verso finali scontati, come le crudeli uccisioni di Daniza e di KJ2 e l’ergastolo a vita per M49–Papillon, ma noi faremo il possibile per opporci ad una nuova ingiustizia e per tutelare come sempre, anche nelle aule dei tribunali, il diritto a vivere liberi, nei loro boschi, di questi splendidi animali.

(nella foto KJ2)