A partire da lunedì 22 novembre, un centinaio di cacciatori assoldati dal Parco Nazionale Arcipelago Toscano, procederanno con la fucilazione di qualche decina di mufloni che vivono sull’isola del Giglio.
È questo ciò che prevede il progetto Life LetsGo Giglio, finanziato con 1,6 milioni di euro dai cittadini italiani ed europei. Secondo il Parco dell’Arcipelago Toscano, infatti, i Mufloni devono essere eradicati dall’isola perché considerati “alieni”, cioè non originari del territorio. Si tratterebbe quindi di una sorta di “pulizia” dell’intera specie, sostenuta da motivazioni perlopiù irrilevanti, considerato che i danni all’agricoltura causati dagli animali, nonostante siano stati definiti “ingenti”, in realtà nel corso di 19 anni hanno determinato richieste di indennizzo per soli 1.200 euro totali, praticamente irrilevanti.
Ma l’operazione, oltre che comportare il versamento del sangue degli animali, potrebbe rivelarsi un vero boomerang proprio dal punto di vista dell’ambiente che gli stessi progetti Life dovrebbero invece tutelare.
La legge nazionale prevede che all’interno dei parchi si possano attivare piani di abbattimento degli animali solamente per ricomporre squilibri ecologici determinati dagli stessi animali, ma nel caso del Giglio non risulta alcuno studio che dimostri la rilevanza di tali squilibri, lo stesso direttore del parco, Giampiero Sammuri, ha dichiarato alla stampa che il parco non ha mai condotto uno studio dedicato agli impatti del muflone sul Giglio.
“A fronte di quanto emerso chiediamo un intervento urgente da parte del Ministro della Transizione Ecologica – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici - per sospendere le operazioni di uccisione dei mufloni così da consentire una puntuale attività di verifica sui contenuti del progetto e sulle modalità di esecuzione dello stesso, non è accettabile che decine di animali vengano massacrati, e con il denaro dei cittadini!”.