I criminali agiscono perché non hanno paura delle conseguenze. Occorre una legge più severa. Il Governo e il Parlamento devono rafforzare la Legge 189/04.
Un altro episodio di violenza a danno di animali si è verificato nella notte tra sabato e domenica.
Dopo il recente e gravissimo caso della capretta uccisa a calci altri animali sono caduti vittime di inaudita crudeltà.
Questa mattina abbiamo trovato una vera mattanza, c'era sangue ovunque. Una mucca l'abbiamo trovata già macellata sul posto, hanno lasciato solo le interiora. Un'altra ha una freccia di acciaio piantata nel polmone, è gravissima. Purtroppo, dovrà essere abbattuta.
È questo il racconto che fa all’Ansa Patrizia Marini, preside dell'istituto della periferia est di Roma, alla quale esprimiamo vicinanza per la perdita di animali, che non possono essere considerati solo alla stregua del valore economico, quanto per ciò che effettivamente sono: esseri senzienti, dotati di spiccata intelligenza sia riflessiva che emotiva
I casi ricavabili dall’analisi della giurisprudenza è ampio e segnala l’attitudine fantasiosa degli uomini nel maltrattare e uccidere animali. Le cronache riportano sovente episodi truci come quelli descritti.
Vittime continuano ad essere gli animali, colpiti a morte per qualsivoglia motivo.
Compiere gesti simili è tipico di soggetti estremamente sadici e pericolosi che decidono di accanirsi sugli animali sapendo che, in qualche modo, resteranno impuniti: le sanzioni, infatti, sono molto blande e la possibilità di farla franca è alta.
La violenza e la spregiudicatezza di queste azioni, infatti, palesano come simili criminali non abbiano paura alcuna di subire eventuali conseguenze penali e ricordano inevitabilmente le azioni efferate e mostruose di violenza di genere protagoniste ogni giorno nei quotidiani di tutta Italia. La matrice è la stessa: la violenza e il dominio su soggetti considerati inferiori, oggettificandoli e privandoli di possibilità di scelta, libertà e dignità.
Dal punto di vista giuridico va detto che gli animali sono oggetto di una tutela penale ormai variegata, che trova essenza sia nel codice, che in discipline speciali e in fattispecie penali riferite a particolari categorie di animali. Nonostante il quadro normativo sia notevolmente mutato, il problema resta.
Ci auguriamo che le indagini in corso siano minuziose e portino ad una condanna esemplare dei colpevoli, ma al contempo ribadisce la necessità di rafforzare in maniera concreta l’effettività delle norme penali a tutela degli animali.
Sono ancora troppi i reati di violenza su animali che rimangono impuniti: sono necessarie pene esemplari per chiunque maltratti o uccida tali esseri senzienti.
Come ribadiamo da tempo, occorre potenziare la normativa sulla tutela penale degli animali con una legge più efficace e più severa per coloro che li maltrattano e uccidono, per contrastare ogni forma di violenza e di maltrattamento nei loro confronti. Molto spesso, inoltre, gli animali considerati “da reddito” sono vittime di soprusi e violenze, spesso implicitamente giustificate alla luce della considerazione di questi animali alla stregua di oggetti, vittime di un sistematico sfruttamento da parte dell’uomo nella filiera alimentare.
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Ph. ANSA