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MotoGP Catalogna: Bagnaia salvo grazie a protezioni non a pelle di canguro!

Invitiamo alla sostituzione della pelle di canguro, frutto dalla più grande e cruenta mattanza di animali selvatici del Pianeta.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 04 settembre 2023

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Uccisi 2 milioni di animali ogni anno

“Siamo lieti e sollevati nell’apprendere che non c’è stata nessuna seria conseguenza per “Pecco” dopo quel bruttissimo incidente, ma vogliamo rappresentare il fatto che a salvare la vita del pilota non è certo stata la pelle di canguro utilizzata per la tuta, bensì i tanti e sofisticati dispositivi di protezione che hanno evitato anche le fratture conseguenti l’investimento all’altezza delle gambe Simone Pavesi,  Responsabile Area Moda Animal Free

Domenica 3 settembre, subito dopo la partenza del MotoGP di Cataluña, il pilota campione del mondo della Ducati, Francesco “Pecco” Bagnaia è stato protagonista di uno spaventoso incidente e dopo essere finito sull’asfalto del circuito è stato travolto dalla moto dell’inseguitore, Binder.  VIDEO dell’incidente 

Secondo quanto riferito dall’ex pilota tre volte campione del mondo Loris Capirossi e oggi consulente per la sicurezza nel MotoGP, ad evitare conseguenze più gravi avrebbe contribuito anche la tuta indossata da Bagnaia; nell’articolo pubblicato dal Corriere della Sera si legge: “A fare la differenza, poi, è la tuta: «O meglio, il suo materiale. È fatta in pelle di canguro, che è dieci volte più resistente di quella di mucca, utilizzata fino alla fine degli anni 90» 

Lo stesso Capirossi elenca tutta una serie di dispositivi che nel tempo sono stati perfezionati per assicurare una maggiore protezione dei piloti, come: Ci sono protezioni ovunque. Rigide sulle spalle e gomiti, inoltre è stato inserito pure un Airbag che va a proteggere collo, clavicole e cassa toracica, attivandosi subito in caso di caduta grazie a dei sensori collocati in posti strategici della tuta. Che è di altissima qualità, come i guanti, gli stivali e i caschi super omologati”.

Sono questi dispositivi che salvano la vita dei piloti risparmiando anche gravi ferite, non certo la tuta in pelle di canguro che, seppur più leggera e resistente della pelle bovina, può benissimo essere sostituita con materiali che non implicano l’uccisione di animali selvatici.

Nel 2020 abbiamo provato ad indagare facendo una rapida ricerca tra i materiali già disponibili sul mercato e alternativi alla pelle animale, di canguro in particolare.

Abbiamo chiesto all’azienda italiana SISA S.p.A. (poi acquisita da Fiscatech, leader nella produzione di poliuretani spalmati), di fornirci una campionatura di un materiale che potesse essere impiegato per la produzione di tute motociclistiche, e abbiamo sottoposto il materiale a specifiche prove fisico-meccaniche. I test sono stati condotti presso i laboratori del Centro Tessile Cotoniero e Abbigliamento e certificate Accredia.

Per avere dei parametri nel valutare l’affidabilità del materiale testato, abbiamo fatto riferimento a quanto prevede la Federazione Internazionale Motociclismo (FIM) per la omologazione delle tute che i piloti devono indossare.

Il materiale “LAV” ha registrato le stesse performance di resistenza alla lacerazione e abrasione richieste nei rigidi parametri della FIM nel World Championship Grand Prix Regulations 2019 per la omologazione di tute e guanti.

Per applicazione su stivali invece, il materiale sintetico scelto da LAV è risultato essere conforme ai parametri FIM di resistenza all’abrasione, ma non a quelli definiti per la lacerazione.

Si conclude quindi che se noi LAV siamo riusciti  ad individuare sul mercato un materiale sintetico che soddisfa quasi tutti parametri minimi di sicurezza previsti dal Regolamento FIM, è evidente che le aziende motociclistiche e produttrici di abbigliamento per motociclismo hanno già oggi la possibilità di trovare o mettere a punto uno specifico materiale alternativo alla pelle (di canguro o bovino) solitamente impiegata per la realizzazione di tute, guanti e stivali indossati dai piloti in competizioni su pista.

"La pelle di canguro è un materiale che si ricava dalla più grande e cruenta mattanza di animali selvatici del pianeta, con oltre 2 milioni di canguri – anche cuccioli ancora nel marsupio delle madri – uccisi a fucilate nelle più remote aree dell’Australia. In un altro settore sportivo, quello del calcio, aziende come l’italiana Diadora, la tedesca Puma, l’americana Nike hanno già dismesso queste produzioni non sostenibili in favore di materiali sintetici alternativi per la realizzazione di scarpini da calcio utilizzati dai giocatori di tutte le più prestigiose competizioni” Simone Pavesi , Responsabile Area Moda Animal Free

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