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Morti per influenza A/H1N1: perché è cruciale cambiare il sistema alimentare

Gli allevamenti sono luoghi insalubri, sovraffollati: la diffusione di patogeni è facile.

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mercoledì 10 gennaio 2024

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Cambiare radicalmente per evitare conseguenze sanitare catastrofiche

E' notizia di ieri della morte del secondo paziente ricoverato a Vicenza per l’influenza A/H1N1 e di altri tre ricoverati in terapia intensiva.

Sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità si legge che “L’attuale virus epidemico influenzale A/H1N1 è un nuovo sottotipo di virus di influenza umana che contiene geni di virus aviari, suini e umani in una combinazione che non era mai stata osservata prima, in nessuna area del mondo. I nuovi virus sono spesso il risultato di un riassortimento di geni provenienti da altri virus (scambio di geni). Questo virus A/H1N1 è il risultato di una combinazione di due virus dell’influenza suina che contenevano geni di origine aviaria e umana. Non c’è alcuna prova che questo riassortimento sia avvenuto in Messico” e ancora “Al contrario del tipico virus di influenza suina, il nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1 può trasmettersi da uomo a uomo, forse per i suoi segmenti genici umani.

Una variante dei virus dell’influenza, sottotipo A/H1N1, fu anche la causa dell’influenza spagnola che tra il 1918 e il 1919 uccise dai 50 ai 100 milioni di persone in tutto il mondo, infettandone 500 milioni.

Anche in quel caso, gli studi dell’epoca, avrebbero dimostrato che il virus H1N1 del 1918 derivasse da un virus aviario che aveva compiuto il “salto di specie”.

Tornando ad oggi, negli articoli riportati dalla stampa si legge che in questo periodo dell’anno la circolazione del virus H1N1 pdm09 (Pandemic Disease Mexico 2009) è frequente.

Al di là della caratterizzazione sommaria dell’influenza da virus A/H1N1 fatta da molti come “influenza suina(correttamente possiamo dire che i suini possono essere infettati ed ammalarsi a causa di alcuni sottotipi di influenza A, tra cui l’H1N1) o della più precisa definizione come nuova variante di virus influenzale che contiene geni di virus suini e aviari oltre che umani, questo ulteriore outbreak di una malattia virale, con pesanti conseguenze in termini di mortalità rimette ancora una volta l’attenzione sul rischio che molti virus di origine zoonotica possono trasformarsi, e virus con geni rimescolati possano diventare altamente contagiosi e letali anche per gli umani.

Gli scienziati stanno portando avanti la ricerca su questo virus per arrivare ad una sua conoscenza migliore.

In ogni caso, è già chiara l’evidenza scientifica che gli allevamenti sono luoghi insalubri, sovraffollati, dove gli animali sono stipati in altissimi numeri e densità, debilitati e selezionati geneticamente per la massima resa sono bersaglio e veicolo di patogeni che, oltre a farli ammalare e morire, possono anche uscire dalle mura dei capannoni ed arrivare fino all’uomo.

Il rischio pandemico di virus come quello dell’influenza aviaria, per esempio, è elevatissimo, ed anche il suo tasso di mortalità tra gli umani.

Eppure, fino ad oggi, ciclicamente, le uniche misure di “contenimento” della malattia sono le uccisioni (cd abbattimenti) seriali di milioni di individui negli allevamenti, senza nessun vero cambiamento strutturale al sistema di sfruttamento che crea il terreno ideale per insorgenza e propagazione di malattie all’interno dei capannoni industriali dove vengono tenuti gli animali a migliaia.

Un cambio sistemico del modo di produrre e consumare cibo è necessario anche per evitare conseguenze sanitarie catastrofiche, anche molto peggiori di quelle causate dalla pandemia da Covid-19.