Dicembre, purtroppo, non è solo tempo di feste e vacanze, ma anche della tristemente nota raccolta fondi Telethon.
Come sottolineiamo da anni, la maratona Telethon finanzia attivamente la sperimentazione animale, con numerose procedure effettuate in vivo, e chiare prese di posizione al riguardo con affermazioni secondo cui per testare nuovi farmaci o molecole “è spesso necessario, prima di somministrarli ai malati, controllarne l'efficacia e l'assenza di tossicità in un organismo complesso il più possibile simile all'uomo” affermando inoltre che “moltissimi passi avanti compiuti dalla medicina negli ultimi decenni, passi avanti che hanno guarito o alleviato le sofferenze di milioni di malati al mondo, non sarebbero stati possibili senza una motivata, attenta e accurata sperimentazione sugli animali”. (Fonte: Telethon.it, posizioni ufficiali).
Al di là delle considerazioni, sia di taglio etico che scientifico, non possiamo ignorare quanto riportato in questi giorni dalla cronaca estera, in riferimento a un video di denuncia della PETA, realizzato con telecamere nascoste all’interno del laboratorio di neurobiologia dell’Università nazionale di veterinaria (Ecole nationale vétérinaire d’Alfort – Enva) di sede a Parigi, nell’ambito di test eseguiti su cani condotti dalla Telethon francese.
Beagle e Golden Retriever vengono fatti ammalare per simulare distrofia muscolare paralizzante, compresa la sua forma più acuta, la distrofia muscolare di Duchenne, oggetto di studi finanziati anche in Italia dalla stessa raccolta fondi.
Nel video la sofferenza animale è evidente, così come la difficoltà a respirare e deglutire di animali con i musi cosparsi di vomito. La PETA nella denuncia spiega come alcuni cani non riescano più a mangiare e debbano essere alimentati con un tubo inserito direttamente nello stomaco.
Per la seconda volta in una settimana assistiamo, purtroppo, a immagini scioccanti frutto di investigazioni sotto copertura che mostrano situazioni inaccettabili di animali nei laboratori. Sarebbe corretto verso le migliaia di persone che sostengono questa maratona mediatica, mostrare cosa accade realmente grazie ai loro soldi.
Per quanto ci riguarda non solo non sosterremo Telethon, ma continueremo a lottare perché la gente venga informata e la ricerca abbandoni questo assurdo, obsoleto modello che non si può chiamare scienza.
Michela Kuan
Responsabile Ricerca senza Animali