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Cremona: maltrattamento di mucche 'da latte'. Oggi sentenza shock.

È inaccettabile che la sofferenza degli animali venga scontata dai loro aguzzini con una mera messa alla prova, ovvero poche decine di ore di volontariato.

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mercoledì 10 maggio 2023

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#lombardia
Animali negli allevamenti

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Quanto vale la vita di un animale? Poche ore di volontariato

La sentenza del processo di Cremona a carico di un allevamento di mucche per la produzione di latte che abbiamo denunciato nel 2019 e nel quale ci siamo costituiti parte civile per assicurare giustizia agli animali rispetto alla condotta di reato di detenzione in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze ex art.727, comma 2 c.p. provoca oggi un commento amarissimo e deluso.

È inaccettabile che la sofferenza degli animali venga scontata dagli imputati con poche ore di volontariato. Nonostante ad ammetterlo sia il Codice penale come alternativa al processo, determinare che le condotte di imputati, come i tre di questo caso, vengano scontate con messa alla prova quantificate in pochi mesi di volontariato per alcune ore a settimana, denota chiaramente quanto poco vengono presa in considerazione la vita  e la salute di esseri senzienti”. Bianca Boldrini,  responsabile LAV Settore Animali negli allevamenti

L’udienza di oggi verteva sull’eventuale concessione o meno della messa alla prova (MAP) per gli imputati, dove per "messa alla prova” si intende uno strumento di definizione alternativa del procedimento, previsto per determinati reati, che consente all'imputato di ottenere l'estinzione del reato nel caso in cui il periodo in cui svolgerà attività di pubblica utilità si concluda con esito positivo. 

Nonostante la memoria di opposizione depositata dall’AVV. Arena, legale LAV, e la riproposizione delle argomentazioni in udienza, con le quali ha chiesto al giudice, in subordine, anche l'applicazione di un regime di MAP più rigido rispetto a quello proposto dagli imputati, è stata disposta l'applicazione della MAP a tutti e tre gli imputati.

Ricordiamo che dopo la nostra denuncia il blitz dei Carabinieri forestali aveva evidenziato una situazione di grave degrado, con livelli di igiene del tutto insufficienti, animali con le zampe immerse nei liquami, animali morti lasciati anche per settimane a contatto con i vivi, animali denutriti, feriti e malati, lasciati ad agonizzare senza le dovute cure, portando al sequestro probatorio di 21 animali.  

Una condizione inaccettabile che vede nell’udienza odierna un risultato del tutto inadeguato.

Ma la sofferenza delle vacche “da latte” è comune in tutti gli allevamenti: il loro sfruttamento è un ciclo continuo di inseminazioni, gravidanze e mungitura. Le mucche soffrono anche quando, ripetutamente e forzatamente, sono separate dai loro vitelli appena nati solo per assicurare il latte al consumo umano. 

Questo caso mostra per l’ennesima volta come la normativa a tutela degli animali allevati sia troppo spesso disattesa e la necessità di una normativa specifica per la specie.

Ma non basta: sono necessari maggiori controlli, sanzioni e pene esemplari, perché non è accettabile che esseri senzienti vengano trattati come macchine da produzione.

Negli allevamenti cruciale è il ruolo del servizio sanitario nazionale e dei suoi controlli che devono essere molto più frequenti e improntati ad impedire qualunque tipo di condotta integrante sofferenza per questi animali, come chiede la normativa europea e nazionale. 

Ringraziamo l’avvocato Vittorio Arena del foro di Brescia per l’assistenza in questo importante procedimento, che ci amareggia, palesando ancora una volta le gravi criticità dell’apparato normativo a tutela degli animali.