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Maltrattamenti: appello a Matteo Salvini sui lavori in Commissione Giustizia

Gravissimo! Alla Camera si vuole far fare un passo indietro a tutela degli animali.

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venerdì 15 marzo 2024

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Necessario respingere emendamenti peggiorativi

Tutti d'accordo, a parole, per alzare le pene contro maltrattamenti e uccisioni di animali. Ma nei fatti, nella Commissione Giustizia della Camera, sono stati presentati ieri decine di emendamenti per far fare addirittura un passo indietro al Codice penale approvato nel 2004 che ha permesso condanne storiche, fra le altre, come quella contro Green Hill per i cani beagle torturati.

Capofila del tentativo di demolire la proposta di Legge n.30 adottata come testo base dei lavori, sottoscritta da deputati di ogni orientamento come Brambilla, Rizzetto, Costa, Evi, è la Lega con le firme dei deputati Bruzzone, Bisa, Bellomo, Matone, Morrone e Sudano, che addirittura vuole che le norme già in vigore si applichino solo agli animali“da compagnia”, limitazione non prevista nemmeno dai Codici pre unità d'Italia, denuncia la LAV.

La Lega inoltre non vuole l'inasprimento delle pene contro le uccisioni efferate degli animali, pena che passerebbe dagli attuali “da quattro mesi a due anni” a “da due anni a sei anni” e contro i maltrattamenti, attualmente puniti “da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5000 a 30000 euro” che diventerebbe da un anno a cinque anni e con la multa.

Gravissimo anche l'emendamento a firma dei deputati di Forza Italia Nevi, Pittalis, Calderone, Patriarca, secondo il quale la pena per chi realizza combattimenti fra cani, una delle vergogne più assolute, non deve essere più forte (da 2 a 4 anni) ma rimanere da 1 a 3 anni.

Ci appelliamo alla Presidente del Consiglio Meloni che in campagna elettorale aveva girato un video dei suoi impegni contro i maltrattamenti degli animali, al Ministro della Giustizia Nordio che con il Presidente del Senato La Russa l'8 novembre scorso avevano detto sì a pene più efficaci, ai 31 deputati della Commissione Giustizia della Camera con i Capigruppo Varchi-FdI, Gianassi-Pd, Dori-Verdi Sinistra, D'Orso-M5S, Bonifazi e Costa-Azione-IV, e il Presidente Maschio a respingere gli emendamenti peggiorativi perché calpestano addirittura il principio costituzionale della tutela degli animali in vigore da due anni, negano a Magistratura e Forze di polizia più forza per prevenire e reprimere atti efferati contro gli animali, vanno contro la stragrande maggioranza degli italiani che è a favore della tutela degli animali, senza alcuna differenziazione contro chi delinque viola le norme anche se è un allevatore o un cacciatore. Gianluca Felicetti, presidente LAV

Le proposte LAV per rendere più efficaci le sanzioni contro il maltrattamento degli animali sono state depositate in Commissione Giustizia nell'audizione del 7 febbraio scorso.

AGGIORNAMENTO 15 MARZO

Forza Italia ha annunciato poco fa il ritiro del suo emendamento che non avrebbe permesso l'aumento delle pene per chi organizza combattimenti fra cani.
Ne prendiamo atto positivamente sapendo che il loro gruppo parlamentare ora sosterrà il Testo-base Brambilla e altri per l' inasprimento e il miglioramento delle sanzioni contro chi maltratta e uccide animali, all'esame della Commissione Giustizia della Camera dei Deputati.

*ANIMALI, PITTALIS: FI A FAVORE INASPRIMENTO PENE PER CHI ORGANIZZA COMBATTIMENTI* 9CO1501637 4 POL ITA R01
*ANIMALI, PITTALIS: FI A FAVORE INASPRIMENTO PENE PER CHI ORGANIZZA COMBATTIMENTI

(9Colonne) Roma, 15 mar - "La tutela e il benessere degli animali sono sempre stati temi cari al presidente Berlusconi e a Forza Italia. Per questo, ritiriamo l'emendamento, presentato per errore in commissione Giustizia, alla proposta di legge per l'integrazione e l'armonizzazione della disciplina in materia di reati contro gli animali, che prevedeva di non aumentare le pene per chi organizza combattimenti clandestini tra cani. Forza Italia, infatti, è assolutamente a favore dell'inasprimento delle sanzioni per chi promuove questa attività, spesso legata alla malavita e alle organizzazioni criminali".

Così in una nota Pietro Pittalis, vicepresidente della commissione Giustizia e deputato di Forza Italia.