Continuiamo a combattere per salvare i macachi di Parma e non smetteremo fino a quando non verranno liberati, provando ogni strada possibile. Rinnoviamo la richiesta dello stop della sperimentazione e la conversione della ricerca con modelli innovativi.
Per i macachi di Parma non è detta ancora l’ultima parola, noi continuiamo a combattere per salvarli e non smetteremo fino a quando non verranno liberati, provando ogni strada possibile.
Oltre alle manifestazioni sul territorio (proprio sabato 2 luglio si è svolto l’ultimo presidio nella nota città che detiene gli animali), LAV continua le azioni volte a sottolineare il mancato rispetto della sentenza del Consiglio di Stato rispetto agli aspetti relativi al benessere del protocollo sperimentale che vede protagonisti i due macachi, Alan e Harry, vittime dell’invasivo intervento al cervello che porta a cecità.
Infatti, tale sentenza, che ha permesso di ricominciare gli esperimenti, ci aveva dato, però, ragione su una questione dirimente: quella delle condizioni degli animali, per cui la Suprema Corte amministrativa riconosceva come il sistema di monitoraggio della salute e del benessere psico-fisico dei macachi fosse carente.
Il Consiglio di Stato aveva infatti accolto le nostre istanze, fornendo maggiori prescrizioni all’Università di Parma ed in particolare "l’obbligo imprescindibile, di effettuare e depositare rapporti periodici e frequenti che includano aspetti di competenza dell’etologo, e che si soffermino anche sulle condizioni di stress e di possibile interazione tra specie animali".
Quindi, dopo avere chiesto di avere copia delle relazioni semestrali per verificare il rispetto della sentenza e dopo essere stati costretti ad altri ben due ricorsi al Tar, nonostante la nostra piena legittimazione, per ottenerle siamo finalmente venuti a conoscenza delle relazioni semestrali che dovrebbero rispettare quanto deciso dal CDS e garantire il benessere degli animali e i pareri dell’organismo preposto al benessere degli animali OPBA (chiaramente interno all’ateneo dove si conducono) oltre al valutatore esterno appartenente all’ISS, costola del Ministero della Salute che deve valutare il progetto.
Il loro contenuto è stato frattanto persino pubblicato su una pagina, nonostante i ripetuti no del Ministero della Salute ricevuti alle nostre richieste quando invece la trasparenza sarebbe dovuta visto che la ricerca è patrimonio di ogni cittadino, soprattutto se finanziata con fondi pubblici.
Dai documenti, si evincono molteplici aspetti critici e che vanno potenzialmente contro quanto richiesto dalla sentenza del Consiglio di Stato. Infatti, nelle relazioni, le condizioni psico-fisiche dei due macachi vengono più volte definite come “ottimali”, eppure, si utilizza un farmaco per controllare gli eventi di aggressività fra i due maschi, riducendo il carico ormonale, senza indagare a monte il problema che potrebbe essere dovuto a mancanza di vie di fuga (che erano invece citate nel progetto originario), spazi angusti, scorretta gestione degli animali etc.. oltretutto, nonostante l’utilizzo di tale farmaco, avvengono colluttazioni con ferite.
Puoi aiutarci nella battaglia contro la vivisezione sin da subito firmando l’iniziativa europea. Ancora oggi infatti centinaia di migliaia di animali subiscono esperimenti, passando la loro intera vita rinchiusi in un laboratorio, vittime della sperimentazione per i cosmetici.
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