Il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del TAR del maggio scorso, ha dato ragione nuovamente alla LAV ordinando, dopo quella del gennaio scorso, una seconda sospensione del famigerato esperimento sui macachi dell’Università di Torino in corso presso l’Università di Parma.
Alla luce delle evidenze emerse durante l’intero iter legale, il supremo organo della giustizia amministrativa ha disposto che gli esperimenti vengano immediatamente interrotti, richiedendo un dovuto “approfondimento scientifico analitico e motivato” da parte di un ente terzo che dovrà confrontarsi con le parti: una grande novità rispetto al passato e quello che LAV chiede da sempre perché, commenta l’associazione, “non è più possibile accettare che la ricerca non risponda alle Leggi e che il Ministero della Salute dia autorizzazioni-fotocopia senza verifiche preventive”-
Estremamente significativo è anche il fatto che il Consiglio di Stato ritenga l’urgenza, circa la possibilità che uno slittamento dei termini del progetto di ricerca possa far perdere alle Università parte del finanziamento europeo di ben due milioni di euro, “recessiva rispetto alla cecità provocata in sei esseri senzienti, con indubbia sofferenza (e con la successiva, certa destinazione all’abbattimento)”.