Continuiamo a lottare per i macachi ancora rinchiusi nei laboratori di vivisezione.
Sabato 22 febbraio, si è svolta una manifestazione a Ferrara per chiedere il sequestro dei macachi rinchiusi da oltre 20 anni negli stabulari dell'università estense.
Al corteo - promosso da Animal Liberation e Limav Italia - abbiamo partecipato insieme a numerose altre sigle animaliste (tra cui Animal Defenders, LNDC, Rete dei santuari animali liberi, Vita da cani).
Insieme chiediamo la liberazione dei 6 macachi, oramai divenuti 5 a causa della morte, dietro le sbarre dell'ateneo, di uno di loro.
Gli animali, in condizioni di detenzione nei laboratori dell'università di Ferrara, non sono mai stati coinvolti negli ultimi 10 anni in alcuno studio, e non è mai stata presa per loro in considerazione la dismissione in centri di recupero, come dovrebbe avvenire in rispetto dell'art. 19 del decreto per la protezione degli animali a fini scientifici.
Da cinque anni è in corso un procedimento giudiziario che vede tra gli indagati l'ex responsabile dello stabulario, il rettore e diversi dipendenti dell'università accusati di reati gravissimi (uccisione e maltrattamento di animali), che avevano causato la richiesta di sequestro dei macachi, ad oggi mai avvenuto.
Al corteo di sabato hanno partecipato centinaia di persone, dando un deciso segnale della volontà comune di liberare i macachi da morte certa e concedergli gli ultimi anno di vita in condizioni idonee e rispettose delle loro necessità etologiche.
LA BATTAGLIA PER I MACACHI DI PARMA
Purtroppo, questo caso, ci ricorda la nostra difficile battaglia per salvare i macachi di Parma, che dal 2019 ad oggi, non si è mai fermata.
Nel 2019, quando siamo venuti a conoscenza del progetto Light-up, che prevede l'utilizzo di macachi presso l'ateneo parmense (resi prima ciechi e poi uccisi), ci siamo immediatamente attivati per tentare di fermare questa inutile crudeltà.
Abbiamo raccolto più di 460 mila firme e combattuto con argomentazioni scientifiche, supportate da numerosi professionisti dalla fama internazionale, portando il caso in tribunale.
L'impegno sul fronte legale ha portato alla vittoria storica che ha visto il Consiglio di Stato sospendere, per la prima volta in Italia, un progetto “scientifico”, mettendo in discussione il rispetto della legge ed evidenziando il valore della vita degli animali sebbene destinati a morte nei laboratori.
Purtroppo, la sospensione è stata successivamente rigettata e gli esperimenti sui macachi sono ricominciati.
Ora, a distanza di 5 anni, nonostante le nostre continue richieste al Ministero e le indicazioni al Consiglio Superiore di Sanità (ente chiamato ad esprimersi in merito all'uso di specie particolarmente protette quali cani e primati) a non procedere con il progetto da parte di esperti scientifici operanti nel settore, il Ministero ha rinnovato l'autorizzazione per altri 3 anni. Il progetto prevede persino l'arrivo di nuovi esemplari oltre all'impianto di elettrodi per registrare i movimenti oculari e lunghe ore di immobilizzazione su sedie di contenzione da primati con presidi ferma testa. Nonostante la nostra opposizione a questo rinnovo il Consiglio Superiore di Sanità ha acconsentito affinché il progetto potesse proseguire. Per questo motivo abbiamo fatto due ricorsi al TAR (tribunale amministrativo) e ora siamo in attesa che venga definita la data dell'udienza.
La battaglia per la liberazione dei macachi di Parma e per quelli di Ferrara si inserisce nella nostra lotta più ampia contro una sperimentazione ormai obsoleta e antiquata, che continua nonostante le evidenze scientifiche e le richieste di un cambiamento etico e legislativo.