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Test sui macachi, abbiamo colpito nel segno

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Ultimo aggiornamento

venerdì 11 ottobre 2019

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Abbiamo colpito nel segno.

Riuscendo ad avere per la prima volta i documenti dell’autorizzazione ministeriale di una sperimentazione, siamo finalmente potuti entrare nel merito di una delle migliaia e migliaia di procedure che ancora usano 600mila animali ogni anno in Italia.

I sei macachi che l’Università di Torino ha iniziato a far utilizzare nell’Università di Parma, sono la migliore rappresentazione, concreta, di tutto ciò che denunciamo da sempre come inutile, dannoso, crudele, insensato di questo sistema. Sì perché è tutta la sperimentazione sugli animali a essere condotta così e a non essere di fatto controllata, nemmeno per il rispetto di ciò che prevede la minima Legge in vigore.

La manifestazione di oggi, gli oltre 380mila cittadini che hanno firmato l’appello al Ministro della Salute Roberto Speranza, tutte le iniziative che da alcuni mesi e ancora nei prossimi si svolgeranno – dai Tribunali alla Commissione Europea - hanno già ottenuto dunque un primo, importante, risultato. La camera oscura dove è arroccata una ricerca obsoleta, che fagocita tutti i finanziamenti pubblici, che non ammette alcun sostegno ai metodi sostitutivi poiché questi mettono in forse posizioni di potere e rivelano la loro incapacità di cambiamento e di rinnovamento, negando così uno dei capisaldi della ricerca pulita e per il bene di tutti, la loro torre d’avorio ha iniziato a sgretolarsi.

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