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M49: Trento e Bolzano alleate per la sua cattura

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 04 settembre 2019

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Con una memoria depositata oggi alla Procura della Repubblica di Bolzano, la LAV ha voluto informare il Procuratore capo, dott. Giancarlo Bramante, circa il grave rischio che incombe sulla vita dell’orso denominato M49.

Nonostante l’insussistenza dell’asserita pericolosità dell’orso dal 26 agosto le province di Trento e Bolzano hanno intensificato le attività di monitoraggio del territorio dove si trova l’animale, con l’evidente scopo di eseguire quanto prima l’ordine di cattura o uccisione.

Considerato che l’ordinanza della provincia di Bolzano si basa su dati che confermano quanto l’orso sia disinteressato a noi umani, a ulteriore chiara conferma della sua non pericolosità, se venisse eseguita comportando addirittura l’uccisione dell’animale, saremmo pronti a denunciare l’amministrazione provinciale per uccisione di fauna selvatica protetta e uccisione di animale – dichiara Massimo Vitturi, responsabile Animali Selvatici della LAV”.

Proprio al fine di evitare di giungere alla scellerata ipotesi di uccisione dell’orso, la LAV ha informato la Procura della Repubblica di Bolzano chiedendo il sequestro preventivo dell’animale, al fine così di impedire alla Provincia di eseguire i contenuti dell’ordinanza incriminata.

La stagione turistica volge oramai al termine e così la frequentazione umana delle montagne, non ha quindi più senso parlare di rischio per le persone, considerato anche che fra pochi giorni torneranno a valle gli animali allevati in quota, il presidente Kompatscher ritiri quindi la sua ordinanza lasciando l’orso libero di godersi il suo letargo! – conclude la LAV”.

Ricordiamo che, a seguito del suo trasferimento di M49 in provincia di Bolzano, avvenuto dopo il rocambolesco tentativo di cattura da parte della provincia di Trento, il 20 agosto scorso il Presidente Kompatsher ha emesso un’ordinanza che, dichiarando l’orso “pericoloso per l’incolumità e la sicurezza pubblica” ne dispone la cattura o l’uccisione. Una dichiarazione arbitraria che non trova fondamento neanche nei report prodotti dalla Provincia di Bolzano, che imputano all’orso solo due casi di danneggiamento ad apiari e un caso di apertura di un sacco di rifiuti.