Mettiamo a disposizione una ricompensa di 5.000 € per chi fornirà informazioni utili ad identificare i responsabili della morte del lupo ucciso ieri a Semproniano (Grosseto), e di qualunque altro dei lupi e canidi uccisi con lacci, fucilate e bastonate da marzo 2013 ad oggi in provincia di Grosseto.
11 gli animali uccisi finora: un triste record di livello nazionale. Uccisioni punibili in base all’articolo 544-bis del Codice penale con la reclusione fino a due anni, e che possono anche configurare il reato di furto venatorio.La gravissima situazione che si sta verificando in Maremma, con una simile scia di crimini seriali nei confronti degli animali, non ha finora portato, purtroppo, a nessuna imputazione. Né si è a conoscenza dello sviluppo delle indagini in merito. Per questo, scriveremo al Procuratore Capo della Repubblica di Grosseto, sollecitando un’azione investigativa che permetta di mettere fine a una strage che si sta portando avanti con modalità da crimine organizzato da parte di ignoti.
L’apice del fenomeno si è verificato il 13 febbraio 2014, quando gli operai del Comune di Scansano (Gr) ritrovarono una testa mozzata di lupo o ibrido appesa sulla rotatoria di ingresso all’abitato con un cartello che inneggiava allo sterminio dei predatori e accusava LAV, Enpa e WWF. Il primo della serie dei casi recenti avvenne a Roccalbegna il 18 marzo dello scorso anno, quando un canide fu trovato ucciso nella piazza della cittadina.
E’ difficile credere che nessuno sul territorio abbia elementi che possano aiutare a individuare i colpevoli in una scia di sangue così lunga, che prosegue da oltre un anno. Il lupo lasciato cadavere a Semproniano è l’ennesima vittima che non può restare impunita, né possono restarlo le vittime precedenti.
Siamo convinti che una forma di omertà copra i responsabili di queste orribili azioni, che per la maggior parte sono concentrate in pochi Comuni ed è proprio questo muro che dobbiamo abbattere.
In Regione Toscana, la LAV fa parte del Tavolo tecnico per la prevenzione alle predazioni, dove ha presentato alcuni giorni fa un pacchetto di proposte per la riduzione del randagismo canino. Appare evidente che gli sforzi comuni per raggiungere obiettivi concreti – e il recente stanziamento di ben quattro milioni di euro da parte della Regione - non possono che essere danneggiati da questi atti violenti e criminali.
Proprio oggi, infine, il Ministro delle politiche agricole Martina ha risposto a un’interrogazione della Deputata del Movimento 5 Stelle, Chiara Gagnarli, assicurando che “il Corpo Forestale dello Stato ha intensificato notevolmente e da molto tempo l’attività di controllo e contrasto del fenomeno del bracconaggio nell’area”.
Riteniamo doveroso che anche i Carabinieri e le altre Polizie facciano fare alle indagini un salto di qualità e quantità, necessari per bloccare i responsabili di questi animalicidi.