Valutiamo denunce per il danno erariale e chiediamo al ministro Lollobrigida di fermare immediatamente le immissioni di lepri e fagiani.
Stando ai dati pubblicati nel rapporto redatto a novembre scorso dai Carabinieri Forestali del Gruppo di Parma sembra sia proprio così.
Quello che emerge dalla lettura del rapporto è un quadro nel quale al lupo sono imputabili meno danni di quelli che contribuisce a prevenire o eliminare.
Viene fatto riferimento al fatto che “recenti studi sui lupi che popolano le zone planiziarie, anche della provincia di Piacenza, hanno messo inoltre in evidenza una significativa incidenza del predatore sulla Nutria (Myocastor coypus) specie alloctona, invasiva e che provoca pesanti danni alle coltivazioni e negative compromissioni lungo i fiumi” quindi “E’ plausibile ipotizzare che i danni risarciti per l’attività predatoria del lupo siano abbondantemente compensati dall’attività di contenimento che il predatore esercita sulle popolazioni di ungulati (capriolo e soprattutto cinghiale) e di nutria, determinando quindi una più ridotta incidenza di danni alle coltivazioni, e una più ridotta incidenza degli incidenti stradali imputabili a collisioni con ungulati”.
Il rapporto elaborato dai Carabinieri Forestali restituisce quindi un quadro molto diverso dalla narrazione imperante circa la presenza del lupo, strumentalmente manipolata al fine di mettere in risalto esclusivamente l’impatto della specie sugli animali allevati, dimenticandosi però di indagare i risvolti indubbiamente positivi correlati alla presenza del predatore sui nostri territori.
Un altro dato molto interessante che emerge dalla lettura del rapporto riguarda le cifre che ogni anno la Regione Emilia-Romagna indennizza agli agricoltori per danni ascrivibili agli animali selvatici, ben il 12,15% del totale è imputato a danni procurati da lepri e fagiani, mentre solo il 7,38% è attribuito ai lupi.
Tuttavia, nel primo caso si tratta di animali di grande interesse dei cacciatori, animali che vengono allevati artificialmente e introdotti a migliaia ogni anno sul territorio da parte degli ATC (Ambiti Territoriali di Caccia) e per la cui tutela i cacciatori compiono una vera e propria strage di volpi, anche al di fuori della stagione di caccia, braccate e uccise con i loro cuccioli fin dentro le tane.
Considerato che in Emilia-Romagna la presenza di lupi e animali allevati è in linea con quella di altre regioni dove si registra la presenza stabile di branchi di lupo, è evidente che il continuo attacco sferrato dalla politica e dal mondo venatorio nei confronti dei lupi è pretestuoso e privo di fondamento se confrontato ai danni che provocano gli animali che vengono mantenuti artificiosamente sul territorio al solo scopo di alimentare il sanguinario divertimento dei cacciatori.
Se i danni imputati ai lupi sono un elemento sufficiente perché cacciatori e allevatori, supportati da una parte della politica, ne chiedano la riduzione numerica, non si vede per quale motivo le Regioni continuino a consentire ai cacciatori di immettere lepri e fagiani sul territorio che, come certificato dai dati forniti dall’Emilia Romagna, sono causa di quasi il doppio dei danni attribuiti ai lupi.
Se la priorità è realmente la riduzione dei danni procurati all’agricoltura, chiediamo al Ministro Lollobrigida e ai Presidenti delle Regioni, l’immediata sospensione a tempo indeterminato, delle operazioni di ripopolamento effettuate dai cacciatori con lepri e fagiani altrimenti sarà dimostrato ancora una volta che gli unici interessi tutelati sono quelli dei cacciatori, a discapito non solo degli animali selvatici ma anche degli stessi agricoltori.
Con il nostro ufficio legale stiamo valutando la possibilità di avviare un’azione legale presso la Corte dei conti, nei confronti dei funzionari regionali che autorizzano l’immissione di lepri e fagiani , in relazione alla possibile configurazione di un danno erariale correlato agli indennizzi che poi le stesse Regioni devono erogare per i danni all’agricoltura imputati a quegli stessi animali.