Nell'ateneo ligure è infatti in corso in questi giorni un workshop sulle colture cellulari, viste come sostituzione degli animali nella ricerca nell'ottica di sottolineare i progressi della scienza e le nuove normative.
Medici, biologi, chimici e farmacisti hanno riempito l'aula, ascoltando un pool di autorevoli professori che da anni si battono per una nuova ricerca.
I temi toccati variano dall'applicazione dei test per studi di tossicità ai modelli 3D, sistemi qualità, biobanche, terreni serum-free e citotossicità. Più volte sono stati ribaditi l'alta predittività, la rapidità e i bassi costi dei metodi alternativi, sopratutto a confronto con la fallacia del modello in vivo.
In un momento in cui i pro sperimentazione animale riempiono i media con affermazioni fuorvianti e stereotipi sbagliati ("meglio sacrificare un topo che un bambino" o "gli animali li trattiamo bene") è incoraggiante vedere come il mondo accademico scelga di investire nelle alternative: un orientamento, oltretutto, consolidato dall'Ordine nazionale dei Biologi grazie al premio DNA 2013.
Numerosi gli interventi dal taglio tecnico-scientifico e le attività pratiche nei laboratori, e più volte viene detta una parola che dovrebbe essere una prassi, ma che troppo spesso viene dimenticata: etica!
Michela Kuan, responsabile LAV Vivisezione