Home | Notizie | Il Ministero della Salute pubblica la sua linea strategica per il 2024

Il Ministero della Salute pubblica la sua linea strategica per il 2024

Si punta sulla medicina human-based, ma senza fondi specifici per i metodi sostitutivi rimangono solo le parole.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

venerdì 05 aprile 2024

Topic


Ricerca senza animali

Condividi

Necessario prevedere fondi specifici per i metodi sostitutivi

È stato pubblicato l’atto di indirizzo del Ministro della Salute per l’anno in corso in cui vengono descritte le aree di intervento in cui la politica sanitaria andrà ad operare.

L’Olanda fa enormi investimenti nel campo della ricerca animal-free e l’Italia?

Dall’analisi del documento appena pubblicato, apprendiamo che il Ministro intende promuovere “lo sviluppo della ricerca su modelli di assistenza sanitaria integrata e incentrata sulla persona, che prende in considerazione anche l’influenza dei fattori di rischio ambientale, alimentare, comportamentale e socio-economico sul benessere e la salute umana, nonché le opportunità offerte da nuovi strumenti, tecnologie e soluzioni digitali”.

Il Ministro pone l’attenzione sulla volontà di supportare la medicina innovativa e incentrata sulla persona, allineandosi al contesto europeo ed internazionale in cui le nuove soluzioni digitali rappresentato il futuro della ricerca biomedica. Per trasformare quanto scritto in azioni concrete, sono necessari fondi specifici, consistenti e costanti nel tempo, che al momento sono totalmente assenti.

In Olanda, ad esempio, sono appena stati stanziati oltre 124 milioni di euro per la costruzione di un “Centro per la traslazione biomedica senza utilizzo di animali” che diventerà un’eccellenza nel contesto europeo. In Italia, invece, gli ultimi fondi emanati per i metodi sostitutivi risalgono al triennio 2020-2022 (1.6 mln di euro) e sui progetti finanziati abbiamo pubblicato due dossier (nel 2022 e 2023) in cui abbiamo raccontato le enormi potenzialità delle ricerche finanziate a Istituti pubblici di ricerca e Università pubbliche che rischiano di venire interrotte se non riceveranno un nuovo supporto economico.

Una risposta positiva in ambito Europeo: supporto all’European Research Area

Accogliamo, invece, con entusiasmo la volontà di rafforzamento dell’European Research Area, un sistema di programmi di ricerca scientifica, alla quale la Commissione Europea ha affidato anche il compito di coordinare le politiche nazionali per il completo superamento dell’utilizzo di animali nella sperimentazione e una più rapida implementazione dei modelli animal-free, in risposta all’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1.4 milioni di firme in tutta Europa per abolire definitivamente i test sugli animali per i prodotti cosmetici, sostenuta in prima linea da LAV.

Maggiore trasparenza e dati online sull’utilizzo di animali nei laboratori


Il documento anticipa anche l’intenzione del Ministero di implementare la Banca Dati nazionale della sperimentazione animale (BDNS) con l’inserimento delle informazioni sull’applicazione della Direttiva Europea che regolamenta l’utilizzo di animali nei laboratori.

Nonostante LAV continui la battaglia per vedere la fine di ogni sperimentazione animale, grazie a tale implementazione, almeno verranno prodotti dati statistici sull’utilizzo di animali e verranno fornite informazioni sull’applicazione della Direttiva aggiornati in tempo reale.

Queste informazioni porteranno finalmente l’Italia al pari degli altri paesi dell’UE che già dal 2021 hanno reso pubblici questi dati sul sito dedicato. Le informazioni aggiornate sul numero di animali utilizzati e sui progetti finanziati potranno permettere verifiche costanti sul numero di animali coinvolti e sulla tipologia di progetti, alla luce di una Direttiva Europea che ha come obiettivo la completa sostituzione degli animali utilizzati.

Rinnoviamo quindi la richiesta al Ministro Schillaci affinché preveda nuovamente dei fondi specifici per i metodi sostitutivi e che questi siano consistenti e senza interruzioni, sulle orme di altri paesi europei dalla quale è necessario prendere esempio per non rimanere il fanalino di coda nel contesto europeo della ricerca.